In letteratura è ampiamente dimostrato che le condropatie si associano spesso a lesioni di altre strutture articolari ed extrarticolari (menischi, legamenti, tendini, ecc.). Allo stesso tempo alterazioni dell’equilibrio biomeccanico articolare rappresentano fattori predisponenti al danno condrale. Scopo del lavoro è analizzare l’utilità di procedure chirurgiche volte a ripristinare una buona funzionalità statica e dinamica del ginocchio. Dal Dicembre 1999 al Maggio 2001 sono stati trattati 15 pazienti con lesioni condrali di ginocchio utilizzando l’impianto di condrociti autologhi su membrana (MACI®). In 6 casi è stato necessario, al momento del prelievo cartilagineo artroscopico, un tempo chirurgico supplementare. Tali procedure hanno incluso: 2 lateral release per iperpressione rotulea esterna; 1 osteotomia valgizzante di tibia in un paziente con ginocchio varo e con lesione a livello del condilo femorale mediale precedentemente trattato con mosaicoplastica; 2 ricostruzioni di LCA delle quali 1 associata ad impianto di menisco collagenico (CMI); 1 innesto corticospongioso subcondrale in un paziente con area di osteomalacia di 3 cm di profondità precedentemente trattato con perforazioni. Gli autori sottolineano la necessità di una attenta valutazione preoperatoria del paziente (esame clinico, Rx sotto carico su lastra lunga ed RMN eseguita con sequenze fat suppressed T1 pesate) che evidenzi la causa predisponente o scatenante il danno condrale. Interventi che correggano tali fattori rappresentano la chiave per ottimizzare i risultati clinici dell’impianto di condrociti autologhi su membrana (MACI®).

Procedure chirurgiche associate all'impianto di condrociti autologhi su membrana (MACI)

RONGA, MARIO;GRASSI, FEDERICO ALBERTO;CHERUBINO, PAOLO
2001-01-01

Abstract

In letteratura è ampiamente dimostrato che le condropatie si associano spesso a lesioni di altre strutture articolari ed extrarticolari (menischi, legamenti, tendini, ecc.). Allo stesso tempo alterazioni dell’equilibrio biomeccanico articolare rappresentano fattori predisponenti al danno condrale. Scopo del lavoro è analizzare l’utilità di procedure chirurgiche volte a ripristinare una buona funzionalità statica e dinamica del ginocchio. Dal Dicembre 1999 al Maggio 2001 sono stati trattati 15 pazienti con lesioni condrali di ginocchio utilizzando l’impianto di condrociti autologhi su membrana (MACI®). In 6 casi è stato necessario, al momento del prelievo cartilagineo artroscopico, un tempo chirurgico supplementare. Tali procedure hanno incluso: 2 lateral release per iperpressione rotulea esterna; 1 osteotomia valgizzante di tibia in un paziente con ginocchio varo e con lesione a livello del condilo femorale mediale precedentemente trattato con mosaicoplastica; 2 ricostruzioni di LCA delle quali 1 associata ad impianto di menisco collagenico (CMI); 1 innesto corticospongioso subcondrale in un paziente con area di osteomalacia di 3 cm di profondità precedentemente trattato con perforazioni. Gli autori sottolineano la necessità di una attenta valutazione preoperatoria del paziente (esame clinico, Rx sotto carico su lastra lunga ed RMN eseguita con sequenze fat suppressed T1 pesate) che evidenzi la causa predisponente o scatenante il danno condrale. Interventi che correggano tali fattori rappresentano la chiave per ottimizzare i risultati clinici dell’impianto di condrociti autologhi su membrana (MACI®).
2001
Ronga, Mario; Bulgheroni, P; Grassi, FEDERICO ALBERTO; Cherubino, Paolo
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