Scritto nel 1796, nello stesso anno del Più antico programma di sistema dell’idealismo tedesco (attributo a Hegel, Hölderlin e Schelling), questo testo, a firma di Johann Gottfried Herder, è destinato ad avviare un dibattito di grande importanza per il Romanticismo tedesco, e a sollevare la questione della dimensione mitologica in tutta la sua aporeticità. In un confronto serrato e incalzante, i due protagonisti del testo herderiano (due intellettuali di nome Alfred e Frey) espongono le loro prospettive, parteggiando per la ragione o per l’immaginazione, ma anche argomentando a favore e contro la mitologia nordica. Iduna, la dea custode dei pomi dorati dell’eterna giovinezza e moglie del dio della poesia, è quindi presa a modello, o meglio a “pomo della discordia”, della questione mitologica. L’intento perseguito da Herder in questo testo non è affatto quello di presentare delle soluzioni, ma piuttosto quello di stimolare il pensiero. E non è cosa da poco. Con una postfazione di Michele Cometa (pp. 109-124)

Iduna o il pomo del ringiovanimento, a cura di Micaela Latini (traduzione, e introduzione)

Micaela Latini
2019-01-01

Abstract

Scritto nel 1796, nello stesso anno del Più antico programma di sistema dell’idealismo tedesco (attributo a Hegel, Hölderlin e Schelling), questo testo, a firma di Johann Gottfried Herder, è destinato ad avviare un dibattito di grande importanza per il Romanticismo tedesco, e a sollevare la questione della dimensione mitologica in tutta la sua aporeticità. In un confronto serrato e incalzante, i due protagonisti del testo herderiano (due intellettuali di nome Alfred e Frey) espongono le loro prospettive, parteggiando per la ragione o per l’immaginazione, ma anche argomentando a favore e contro la mitologia nordica. Iduna, la dea custode dei pomi dorati dell’eterna giovinezza e moglie del dio della poesia, è quindi presa a modello, o meglio a “pomo della discordia”, della questione mitologica. L’intento perseguito da Herder in questo testo non è affatto quello di presentare delle soluzioni, ma piuttosto quello di stimolare il pensiero. E non è cosa da poco. Con una postfazione di Michele Cometa (pp. 109-124)
2019
8846753925
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2079289
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