L’orientamento al futuro è l’immagine o idea conscia che le persone hanno del loro futuro (Seginer, 2008) e arricchisce di significato il proprio senso di identità. Descritto in letteratura come un processo complesso e multidimensionale, è presente fin dall’infanzia (Nurmi, 2008; Seginer, 2009). Nonostante il numero limitato di studi, sembra che bambini e adolescenti diventino maggiormente orientati al futuro con il crescere dell’età (Nurmi, 2005) ed esistano poche differenze di genere (Steinberg et al., 2009). La presente ricerca intende indagare come un campione di bambini e preadolescenti si rappresenta il proprio futuro, utilizzando la metodologia della narrazione che, a differenza di altri metodi, lascia una maggior libertà ai soggetti di selezionare domini di vita e argomenti da affrontare. Partendo dal modello di Nurmi (1991) che considera centrali le dimensioni del “dettaglio” e dell’”ottimismo”, abbiamo preso in considerazione anche la dimensione del “realismo” per via della sua importanza teorica (Nuttin, 1985). A 228 soggetti, suddivisi in due fasce d’età corrispondenti alla scuola primaria (8-10 anni: 66 maschi e 44 femmine, età media: 8,63 d.s.: 0,71) e secondaria di I grado (11-13 anni: 52 maschi e 66 femmine, età media: 11,85 d.s.: 0,66) è stato chiesto di produrre un testo scritto dal titolo “Come penso sarà il mio futuro da adulto?”. Le narrazioni sono state codificate da due giudici indipendenti (accordo intergiudice pari al 76%) e i disaccordi sono stati risolti tramite una discussione. È stata quindi condotta un’analisi quantitativa e qualitativa. Oltre a statistiche descrittive, sono state effettuate una serie di ANOVA univariate usando la fascia d’età e il genere come variabili indipendenti e il numero di domini di vita citati (istruzione, lavoro, famiglia, sé, amicizie, casa e tempo libero), i punteggi “dettaglio”, “ottimismo” e “realismo” come variabili dipendenti. I risultati evidenziano che bambini e preadolescenti sono in grado di narrare il proprio futuro facendo riferimento a più di due domini (da 3 a 7) nel 37,7% dei casi, a due domini nel 33,8%, a un solo dominio nel 28,9%. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa tra maschi e femmine e tra le fasce d’età solo in riferimento al punteggio “realismo”: le femmine (F1,227 = 21,68, p<.001) e gli alunni della scuola secondaria (F1,227 = 8,40, p<.005) hanno prodotto narrazioni più realistiche rispetto ai maschi e ai bambini della scuola primaria. La ricerca conferma le potenzialità metodologiche dell’approccio narrativo nello studio dell’orientamento al futuro. I soggetti sono stati in grado di narrare una “storia di vita futura” ricorrendo a più domini. Con l’aumentare dell’età l’orientamento al futuro diventa maggiormente realistico, come riportato anche da altri studi (Oppenheimer & van der Wilk, 1984; Russell & Smith, 1979). Seginer (2008) suggerisce che le femmine riflettano sul loro futuro più dei maschi e questo potrebbe essere legato al maggior realismo emerso dai risultati.

Come penso sarà il mio futuro da adulto? Orientamento al futuro e narrazione

Bozzato, Paolo
2019-01-01

Abstract

L’orientamento al futuro è l’immagine o idea conscia che le persone hanno del loro futuro (Seginer, 2008) e arricchisce di significato il proprio senso di identità. Descritto in letteratura come un processo complesso e multidimensionale, è presente fin dall’infanzia (Nurmi, 2008; Seginer, 2009). Nonostante il numero limitato di studi, sembra che bambini e adolescenti diventino maggiormente orientati al futuro con il crescere dell’età (Nurmi, 2005) ed esistano poche differenze di genere (Steinberg et al., 2009). La presente ricerca intende indagare come un campione di bambini e preadolescenti si rappresenta il proprio futuro, utilizzando la metodologia della narrazione che, a differenza di altri metodi, lascia una maggior libertà ai soggetti di selezionare domini di vita e argomenti da affrontare. Partendo dal modello di Nurmi (1991) che considera centrali le dimensioni del “dettaglio” e dell’”ottimismo”, abbiamo preso in considerazione anche la dimensione del “realismo” per via della sua importanza teorica (Nuttin, 1985). A 228 soggetti, suddivisi in due fasce d’età corrispondenti alla scuola primaria (8-10 anni: 66 maschi e 44 femmine, età media: 8,63 d.s.: 0,71) e secondaria di I grado (11-13 anni: 52 maschi e 66 femmine, età media: 11,85 d.s.: 0,66) è stato chiesto di produrre un testo scritto dal titolo “Come penso sarà il mio futuro da adulto?”. Le narrazioni sono state codificate da due giudici indipendenti (accordo intergiudice pari al 76%) e i disaccordi sono stati risolti tramite una discussione. È stata quindi condotta un’analisi quantitativa e qualitativa. Oltre a statistiche descrittive, sono state effettuate una serie di ANOVA univariate usando la fascia d’età e il genere come variabili indipendenti e il numero di domini di vita citati (istruzione, lavoro, famiglia, sé, amicizie, casa e tempo libero), i punteggi “dettaglio”, “ottimismo” e “realismo” come variabili dipendenti. I risultati evidenziano che bambini e preadolescenti sono in grado di narrare il proprio futuro facendo riferimento a più di due domini (da 3 a 7) nel 37,7% dei casi, a due domini nel 33,8%, a un solo dominio nel 28,9%. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa tra maschi e femmine e tra le fasce d’età solo in riferimento al punteggio “realismo”: le femmine (F1,227 = 21,68, p<.001) e gli alunni della scuola secondaria (F1,227 = 8,40, p<.005) hanno prodotto narrazioni più realistiche rispetto ai maschi e ai bambini della scuola primaria. La ricerca conferma le potenzialità metodologiche dell’approccio narrativo nello studio dell’orientamento al futuro. I soggetti sono stati in grado di narrare una “storia di vita futura” ricorrendo a più domini. Con l’aumentare dell’età l’orientamento al futuro diventa maggiormente realistico, come riportato anche da altri studi (Oppenheimer & van der Wilk, 1984; Russell & Smith, 1979). Seginer (2008) suggerisce che le femmine riflettano sul loro futuro più dei maschi e questo potrebbe essere legato al maggior realismo emerso dai risultati.
2019
XXXII Congresso Nazionale AIP - Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione
Università Statale degli Studi di Napoli "Federico II", Napoli
23-25 settembre 2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2085726
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