Il saggio, elaborato in occasione delle celebrazioni per il VI centenario della morte di Baldo degli Ubaldi, mira ad illustrare nei dettagli la posizione del celebre allievo di Bartolo nei confronti di quell’ambigua fonte del diritto che furono i Libri feudorum, sull’autorità dei quali si continuò a discutere anche nei secoli successivi. Nella Lectura ultimata in tarda età a Pavia, forse su richiesta di Gian Galeazzo Visconti, si avverte in più punti l’intento di rivalutare la raccolta sia sotto il profilo formale, riaffermandone il ruolo di fonte di ius commune (al pari dei Libri legales, tra i quali era stata inserita come X Collatio) e la conseguente idoneità a disciplinare quell’esteso settore di rapporti che con la tradizione romanistica aveva ben poco a che vedere, sia sotto il profilo contenutistico, per giustificare l’operatività di alcune disposizioni che apparivano in contrasto con il tradizionale ordine di valori, ricercandone le motivazioni profonde in una logica che ruotava attorno ai concetti di fedeltà e onore; concetti che il mondo feudale aveva mutuato dall’antica società guerriera altomedievale e che ancora costituivano, a giudizio di Baldo, le basi per la corretta interpretazione della disciplina dei delicati e sovente tormentati rapporti tra signori e vassalli. La ferma ed energica difesa dell’‘authenticitas’ dei Libri feudorum da parte del dottore perugino non fu ovviamente di scarso peso sull’uso che i giuristi successivi ne fecero sia nell’insegnamento che nel foro.
Baldo e i "Libri feudorum"
DANUSSO, CRISTINA
2004-01-01
Abstract
Il saggio, elaborato in occasione delle celebrazioni per il VI centenario della morte di Baldo degli Ubaldi, mira ad illustrare nei dettagli la posizione del celebre allievo di Bartolo nei confronti di quell’ambigua fonte del diritto che furono i Libri feudorum, sull’autorità dei quali si continuò a discutere anche nei secoli successivi. Nella Lectura ultimata in tarda età a Pavia, forse su richiesta di Gian Galeazzo Visconti, si avverte in più punti l’intento di rivalutare la raccolta sia sotto il profilo formale, riaffermandone il ruolo di fonte di ius commune (al pari dei Libri legales, tra i quali era stata inserita come X Collatio) e la conseguente idoneità a disciplinare quell’esteso settore di rapporti che con la tradizione romanistica aveva ben poco a che vedere, sia sotto il profilo contenutistico, per giustificare l’operatività di alcune disposizioni che apparivano in contrasto con il tradizionale ordine di valori, ricercandone le motivazioni profonde in una logica che ruotava attorno ai concetti di fedeltà e onore; concetti che il mondo feudale aveva mutuato dall’antica società guerriera altomedievale e che ancora costituivano, a giudizio di Baldo, le basi per la corretta interpretazione della disciplina dei delicati e sovente tormentati rapporti tra signori e vassalli. La ferma ed energica difesa dell’‘authenticitas’ dei Libri feudorum da parte del dottore perugino non fu ovviamente di scarso peso sull’uso che i giuristi successivi ne fecero sia nell’insegnamento che nel foro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.