Nel corso dell’Ottocento, in Europa, l’avvento delle ferrovie e delle industrie ad alta intensità tecnologica e di capitale fu preceduto, o talora accompagnato, da una rivoluzione finanziaria che interessò principalmente il finanziamento del settore privato dell’economia. Ciò avvenne attraverso l’azione di intermediari finanziari di nuova generazione e di mercati dei capitali, al cui sviluppo quegli stessi intermediari contribuirono significativamente. La rivoluzione finanziaria si identificava con la nascita stessa della banca moderna propriamente intesa, cioè di una banca d’investimento in forma di società per azioni, di dimensioni notevolmente maggiori rispetto alle case bancarie esistenti all’epoca, portatrice di nuovi metodi e strumenti di finanziamento, di nuove forme di organizzazione aziendale e di una capacità fino ad allora sconosciuta di agire su una doppia leva: sulla scala dei prestiti e delle operazioni attive e sul potenziamento delle forme di raccolta di mezzi finanziari – attraverso un’offerta di depositi diffusa e capillare e di altre passività e servizi. Questa nuova istituzione era principalmente rivolta a finanziare immobilizzazioni tecniche e ad acquisire titoli industriali, benché spesso continuasse a svolgere anche le operazioni più convenzionali di credito al commercio, attraverso sconti e anticipazioni. Il volume propone un’analisi comparata di lungo periodo dello sviluppo delle grandi banche, delle banche d’affari o d’investimento, in Italia, Francia e Germania, dalla loro prima comparsa negli anni cinquanta del diciannovesimo secolo alla prima guerra mondiale. Utilizzando fonti d’archivio e la vasta letteratura storico economica disponibile, il testo ripercorre la storia di quegli istituti anche da un punto di vista di microeconomia della banca, attraverso lo studio della loro contabilità ufficiale. La ricerca si giova, nell’analisi comparativa delle banche, della cluster analysis, una metodologia statistica che, benché nota ed utilizzata in diversi altri ambiti delle scienze sociali, è tuttavia poco consueta nello studio degli intermediari finanziari e della loro storia. Tale metodo si è dimostrato molto efficace nel porre comparativamente in evidenza le caratteristiche strutturali di quegli intermediari, permettendo di gettare una nuova luce sulla loro evoluzione storica. Ciò che emerge dalla ricerca è infatti un quadro dello sviluppo della banca moderna nell’Europa continentale prebellica nel quale prevalgono le tendenza alla divergenza nelle strutture delle grandi banche di investimento, e l’affermarsi di diversi modelli di banca universale o d’affari. Nate da un ‘progenitore comune’, con obiettivi simili, e alimentate nei propri quadri dirigenti da élites finanziarie dotate di fitte reti di relazioni internazionali, infatti, le grandi banche per azioni differenziarono presto il proprio comportamento, le politiche di gestione aziendale, per far fronte ai problemi di gestione dei rischi, dei rapporti con gli altri segmenti dei nascenti sistemi finanziari, delle scelte di finanziamento industriale, che esse quotidianamente affrontavano nella propria attività.

Affari di banche. Banche universali in Italia in prospettiva comparata, 1860-1914

BRAMBILLA, CARLO SANTO
2010-01-01

Abstract

Nel corso dell’Ottocento, in Europa, l’avvento delle ferrovie e delle industrie ad alta intensità tecnologica e di capitale fu preceduto, o talora accompagnato, da una rivoluzione finanziaria che interessò principalmente il finanziamento del settore privato dell’economia. Ciò avvenne attraverso l’azione di intermediari finanziari di nuova generazione e di mercati dei capitali, al cui sviluppo quegli stessi intermediari contribuirono significativamente. La rivoluzione finanziaria si identificava con la nascita stessa della banca moderna propriamente intesa, cioè di una banca d’investimento in forma di società per azioni, di dimensioni notevolmente maggiori rispetto alle case bancarie esistenti all’epoca, portatrice di nuovi metodi e strumenti di finanziamento, di nuove forme di organizzazione aziendale e di una capacità fino ad allora sconosciuta di agire su una doppia leva: sulla scala dei prestiti e delle operazioni attive e sul potenziamento delle forme di raccolta di mezzi finanziari – attraverso un’offerta di depositi diffusa e capillare e di altre passività e servizi. Questa nuova istituzione era principalmente rivolta a finanziare immobilizzazioni tecniche e ad acquisire titoli industriali, benché spesso continuasse a svolgere anche le operazioni più convenzionali di credito al commercio, attraverso sconti e anticipazioni. Il volume propone un’analisi comparata di lungo periodo dello sviluppo delle grandi banche, delle banche d’affari o d’investimento, in Italia, Francia e Germania, dalla loro prima comparsa negli anni cinquanta del diciannovesimo secolo alla prima guerra mondiale. Utilizzando fonti d’archivio e la vasta letteratura storico economica disponibile, il testo ripercorre la storia di quegli istituti anche da un punto di vista di microeconomia della banca, attraverso lo studio della loro contabilità ufficiale. La ricerca si giova, nell’analisi comparativa delle banche, della cluster analysis, una metodologia statistica che, benché nota ed utilizzata in diversi altri ambiti delle scienze sociali, è tuttavia poco consueta nello studio degli intermediari finanziari e della loro storia. Tale metodo si è dimostrato molto efficace nel porre comparativamente in evidenza le caratteristiche strutturali di quegli intermediari, permettendo di gettare una nuova luce sulla loro evoluzione storica. Ciò che emerge dalla ricerca è infatti un quadro dello sviluppo della banca moderna nell’Europa continentale prebellica nel quale prevalgono le tendenza alla divergenza nelle strutture delle grandi banche di investimento, e l’affermarsi di diversi modelli di banca universale o d’affari. Nate da un ‘progenitore comune’, con obiettivi simili, e alimentate nei propri quadri dirigenti da élites finanziarie dotate di fitte reti di relazioni internazionali, infatti, le grandi banche per azioni differenziarono presto il proprio comportamento, le politiche di gestione aziendale, per far fronte ai problemi di gestione dei rischi, dei rapporti con gli altri segmenti dei nascenti sistemi finanziari, delle scelte di finanziamento industriale, che esse quotidianamente affrontavano nella propria attività.
2010
9788884927194
Brambilla, CARLO SANTO
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/1719976
 Attenzione

L'Ateneo sottopone a validazione solo i file PDF allegati

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact