Nella trattazione si esaminano i rapporti , ancora controversi ed incerti, tra i profili pubblicistici ed i profili privatistici dell'attività edificatoria; in particolare si analizzano il significato e la funzione che assume la clausola di salvaguardia dei diritti vantati dai terzi, stabilita dall'art. 3 del d.p.r. n. 380/2001, nonchè l'incidenza degli aspetti civilistici, relativi al diritto di proprietà, sul procedimento per il rilascio del permesso di costruire. Sono richiamati e descritti i due contrapposti orientamenti giurisprudenziali formatisi in argomento: il primo favorevole a tenere distinte le due sfere giuridiche, il secondo propenso, al contrario, ad affemare la rilevanza, ai fini della decisione comunale sulle istanze di autorizzazione edilizia, delle questioni attinenti alla proprietà e al godimento del bene immobile sottoposto all'intervento, in considerazione della loro incidenza sia sulla legittimazione soggettiva del richiedente il permesso, sia sulle condizioni oggettive di ammissibilità della trasformazione urbanistica. Dopo aver passato in rassegna le diverse posizioni giurisprudenziali, si indicano le ragioni che inducono a preferire l'indirizzo interpretativo incline a ritenere necessario il coordinamento tra i due profili connessi e si definicono i limiti cui è sottoposta la verifica pregiudiziale, da parte dell'autorità pubblica chiamata ad approvare un progetto, dei presupposti civilistici per l'esercizio dello ius aedificandi.

Il permesso di costruire e i diritti dei terzi

GAFFURI, FEDERICO
2012-01-01

Abstract

Nella trattazione si esaminano i rapporti , ancora controversi ed incerti, tra i profili pubblicistici ed i profili privatistici dell'attività edificatoria; in particolare si analizzano il significato e la funzione che assume la clausola di salvaguardia dei diritti vantati dai terzi, stabilita dall'art. 3 del d.p.r. n. 380/2001, nonchè l'incidenza degli aspetti civilistici, relativi al diritto di proprietà, sul procedimento per il rilascio del permesso di costruire. Sono richiamati e descritti i due contrapposti orientamenti giurisprudenziali formatisi in argomento: il primo favorevole a tenere distinte le due sfere giuridiche, il secondo propenso, al contrario, ad affemare la rilevanza, ai fini della decisione comunale sulle istanze di autorizzazione edilizia, delle questioni attinenti alla proprietà e al godimento del bene immobile sottoposto all'intervento, in considerazione della loro incidenza sia sulla legittimazione soggettiva del richiedente il permesso, sia sulle condizioni oggettive di ammissibilità della trasformazione urbanistica. Dopo aver passato in rassegna le diverse posizioni giurisprudenziali, si indicano le ragioni che inducono a preferire l'indirizzo interpretativo incline a ritenere necessario il coordinamento tra i due profili connessi e si definicono i limiti cui è sottoposta la verifica pregiudiziale, da parte dell'autorità pubblica chiamata ad approvare un progetto, dei presupposti civilistici per l'esercizio dello ius aedificandi.
2012
8814173672
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