Il catalogo illustra il profondo legame che ha unito per secoli la dinastia sabauda e la città di Cherasco. Un centinaio di opere tra dipinti, sculture, paramenti sacri, documenti, disegni, fotografie e cartoline, permettono di focalizzare i momenti principali di questo storico rapporto, durato quasi quattrocento anni: dalla seconda metà del Cinquecento, quando il duca Emanuele Filiberto, riconquistati i territori piemontesi, promosse la ricostruzione di Cherasco, lungamente provata dall’occupazione francese, ai primi decenni del Novecento quando re Vittorio Emanuele III e il principe Umberto II, nel settembre del 1923, si recarono, separatamente, in visita ufficiale alla città per visitare l’Esposizione Agraria-Industriale. Proprio nell’antico palazzo Salmatoris, sede espositiva cittadina che ha ospitato la mostra, si conserva memoria, in due stupende sale affrescate al piano nobile che fanno parte del percorso espositivo, di due eccezionali eventi che hanno interessato la città e la dinastia sabauda nei secoli d’oro per l’arte e l’architettura cheraschesi, il Sei e il Settecento: la firma del trattato di pace del 1631 che vide seduti allo stesso tavolo il duca Vittorio Amedeo I, il cardinale Mazzarino in rappresentanza della Francia e i diplomatici del Sacro Romano Impero, della Spagna e del ducato di Mantova, e il passaggio nel 1706, quando temporaneamente soggiornato qui i Savoia, allontanatisi dalla capitale assediata. Tra gli oggetti preziosi messi in sicurezza e portati durante il viaggio vi fu anche la reliquia della SS. Sindone.

Nel segno dei Savoia Cherasco fortezza diplomatica

Laura Facchin
2016-01-01

Abstract

Il catalogo illustra il profondo legame che ha unito per secoli la dinastia sabauda e la città di Cherasco. Un centinaio di opere tra dipinti, sculture, paramenti sacri, documenti, disegni, fotografie e cartoline, permettono di focalizzare i momenti principali di questo storico rapporto, durato quasi quattrocento anni: dalla seconda metà del Cinquecento, quando il duca Emanuele Filiberto, riconquistati i territori piemontesi, promosse la ricostruzione di Cherasco, lungamente provata dall’occupazione francese, ai primi decenni del Novecento quando re Vittorio Emanuele III e il principe Umberto II, nel settembre del 1923, si recarono, separatamente, in visita ufficiale alla città per visitare l’Esposizione Agraria-Industriale. Proprio nell’antico palazzo Salmatoris, sede espositiva cittadina che ha ospitato la mostra, si conserva memoria, in due stupende sale affrescate al piano nobile che fanno parte del percorso espositivo, di due eccezionali eventi che hanno interessato la città e la dinastia sabauda nei secoli d’oro per l’arte e l’architettura cheraschesi, il Sei e il Settecento: la firma del trattato di pace del 1631 che vide seduti allo stesso tavolo il duca Vittorio Amedeo I, il cardinale Mazzarino in rappresentanza della Francia e i diplomatici del Sacro Romano Impero, della Spagna e del ducato di Mantova, e il passaggio nel 1706, quando temporaneamente soggiornato qui i Savoia, allontanatisi dalla capitale assediata. Tra gli oggetti preziosi messi in sicurezza e portati durante il viaggio vi fu anche la reliquia della SS. Sindone.
2016
9788894-225-709
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2071062
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact