Come noto, in tema di cd. acquisti a non domino l’ordinamento italiano attua una politica di tutela dei terzi acquirenti dai confini molto ampi a tutto danno degli interessi di colui che è il vero titolare del diritto; tale scelta è solitamente giustificata invocando la tutela del cd. “traffico giuridico”. Il lavoro discute e approfondisce tale affermazione, cercando una razionalizzazione dell’istituto: compito svolto innanzitutto sulla base di una analisi comparata degli istituti dei maggiori sistemi di civil law e di common law (in particolare, degli ordinamenti francese e americano); in secondo luogo, con il supporto di osservazioni di analisi economica del diritto. L’indagine arriva a distinguere in due tipologie i beni oggetto dell’acquisto, dimostrando come in certi casi la regola italiana non vada affatto stigmatizzata ma al contrario incentivata (in particolare, quando i beni rilevino per il loro valore di liquidazione e siano inseriti in un contesto di mercato o di utilizzazione capitalistica) mentre in altri casi, in particolare con riguardo alla circolazione dei beni culturali privati, soprattutto se rubati, essa appaia del tutto inefficiente, richiedendo dei correttivi che, si propone, potrebbero essere forniti dalla creazione di un sistema di pubblici registri. Il contributo fornisce inoltre un aggiornamento ragionato sulle evoluzioni legislative che hanno toccato da vicino il tema degli acquisti conclusi dal non proprietario, nonché sulle decisioni giurisprudenziali che hanno continuato ad raccogliersi nel tempo.
Gli acquisti a non domino
M. Cenini
2009-01-01
Abstract
Come noto, in tema di cd. acquisti a non domino l’ordinamento italiano attua una politica di tutela dei terzi acquirenti dai confini molto ampi a tutto danno degli interessi di colui che è il vero titolare del diritto; tale scelta è solitamente giustificata invocando la tutela del cd. “traffico giuridico”. Il lavoro discute e approfondisce tale affermazione, cercando una razionalizzazione dell’istituto: compito svolto innanzitutto sulla base di una analisi comparata degli istituti dei maggiori sistemi di civil law e di common law (in particolare, degli ordinamenti francese e americano); in secondo luogo, con il supporto di osservazioni di analisi economica del diritto. L’indagine arriva a distinguere in due tipologie i beni oggetto dell’acquisto, dimostrando come in certi casi la regola italiana non vada affatto stigmatizzata ma al contrario incentivata (in particolare, quando i beni rilevino per il loro valore di liquidazione e siano inseriti in un contesto di mercato o di utilizzazione capitalistica) mentre in altri casi, in particolare con riguardo alla circolazione dei beni culturali privati, soprattutto se rubati, essa appaia del tutto inefficiente, richiedendo dei correttivi che, si propone, potrebbero essere forniti dalla creazione di un sistema di pubblici registri. Il contributo fornisce inoltre un aggiornamento ragionato sulle evoluzioni legislative che hanno toccato da vicino il tema degli acquisti conclusi dal non proprietario, nonché sulle decisioni giurisprudenziali che hanno continuato ad raccogliersi nel tempo.File | Dimensione | Formato | |
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