Ludovico Antonio David (Lugano, 1648-Roma, 1710) fu pittore di formazione colta dalle spiccate ambizioni letterarie e intellettuali, da connettersi con precisi tentativi di affermazione professionale presso istituti accademici. Dopo l’avvio della sua attività nel solco di Francesco Cairo e di Ercole Procaccini, con il trasferimento a Venezia, le sue frequentazioni nel vivace ambiente dell’Accademia degli Incogniti, alimentarono il suo interesse nei confronti del genere ecfrastico. Dagli studi su Leonardo, in un crescendo alimentato dalle successive tappe della sua carriera a Parma e, più generalmente, in Emilia, oltre che a Roma, e dalla condivisione degli indirizzi critici espressi dagli ambienti di cultura antivasariana, decise di dedicarsi al grandioso progetto, poi non portato a compimento, della stesura di una vita di Correggio. Corredata da illustrazioni incise debitamente commentate, per le sue ricerche l’artista si i valse di contatti con una figura di intellettuale di primo piano nell’ambiente letterario e storico internazionale, ovvero Ludovico Antonio Muratori. L’analisi del carteggio con il modenese (1703-1709) testimonia appieno la volontà del pittore di presentarsi come erudito e teorico d’arte. Unitamente a ribadire il ruolo paradigmatico riconosciuto all’Allegri dalla cultura accademica, quale protagonista, insieme a Raffaello e Tiziano, della lunga stagione rinascimentale, irripetibile momento di eccellenza delle arti in Italia, e alla rivalutazione della sua pittura, sia in termini coloristici che compositivi, per la creazione di nuove soluzioni che apriranno alla nascita del Rococò, David mise in luce idee e influenze acquisite in ambiente milanese. Qui l’Allegri godette di una lunga fortuna collezionistica, a partire dai primi decenni del Seicento, quando si venne a precisare una positiva valutazione dell’operato del pittore, nei termini di tenerezza, dolcezza ed espressione degli affetti che si ritrovano anche nelle Dicerie Sacre di Marino, sia nelle raccolte private, si pensi a quella del cardinale Cesare Monti, o alla quadreria degli Archinto, che in quelle a destinazione “pubblica”, come la Pinacoteca dell’Accademia Ambrosiana. Negli anni a cavallo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo fu messo, inoltre, in opera nel capoluogo lombardo un progetto di erezione di un cenotafio in onore del Correggio, mentre si avviava una animata querelle circa la nobiltà di natali del pittore. Lo studio e la meditazione sull’opera dell’Allegri trovò espressione nella produzione dello stesso David anche a livello figurativo, sia attraverso le testimonianze del corpus di grafica raccolto, molto probabilmente per la maggior parte acquisite durante il viaggio a Parma del 1684-1685, di cui rimangono sette studi che ripropongono la cupola di San Giovanni Evangelista, conservati presso il palazzo vescovile della città, sia attraverso opere pittoriche di invenzione, come ben si evince nelle citazioni dal tema del ‘notturno’ contenute nelle due tele eseguite nel 1691 per la cappella dei Santi fondatori in Sant’Andrea al Quirinale, rappresentanti l’Adorazione dei pastori e l’Adorazione dei Magi.

Membra, membra non son, ma son colori,/ E quegl’atti, e quei moti, ombre, e splendori. Per la fortuna critica di Correggio: il ruolo di Ludovico Antonio David

Laura Facchin
2022-01-01

Abstract

Ludovico Antonio David (Lugano, 1648-Roma, 1710) fu pittore di formazione colta dalle spiccate ambizioni letterarie e intellettuali, da connettersi con precisi tentativi di affermazione professionale presso istituti accademici. Dopo l’avvio della sua attività nel solco di Francesco Cairo e di Ercole Procaccini, con il trasferimento a Venezia, le sue frequentazioni nel vivace ambiente dell’Accademia degli Incogniti, alimentarono il suo interesse nei confronti del genere ecfrastico. Dagli studi su Leonardo, in un crescendo alimentato dalle successive tappe della sua carriera a Parma e, più generalmente, in Emilia, oltre che a Roma, e dalla condivisione degli indirizzi critici espressi dagli ambienti di cultura antivasariana, decise di dedicarsi al grandioso progetto, poi non portato a compimento, della stesura di una vita di Correggio. Corredata da illustrazioni incise debitamente commentate, per le sue ricerche l’artista si i valse di contatti con una figura di intellettuale di primo piano nell’ambiente letterario e storico internazionale, ovvero Ludovico Antonio Muratori. L’analisi del carteggio con il modenese (1703-1709) testimonia appieno la volontà del pittore di presentarsi come erudito e teorico d’arte. Unitamente a ribadire il ruolo paradigmatico riconosciuto all’Allegri dalla cultura accademica, quale protagonista, insieme a Raffaello e Tiziano, della lunga stagione rinascimentale, irripetibile momento di eccellenza delle arti in Italia, e alla rivalutazione della sua pittura, sia in termini coloristici che compositivi, per la creazione di nuove soluzioni che apriranno alla nascita del Rococò, David mise in luce idee e influenze acquisite in ambiente milanese. Qui l’Allegri godette di una lunga fortuna collezionistica, a partire dai primi decenni del Seicento, quando si venne a precisare una positiva valutazione dell’operato del pittore, nei termini di tenerezza, dolcezza ed espressione degli affetti che si ritrovano anche nelle Dicerie Sacre di Marino, sia nelle raccolte private, si pensi a quella del cardinale Cesare Monti, o alla quadreria degli Archinto, che in quelle a destinazione “pubblica”, come la Pinacoteca dell’Accademia Ambrosiana. Negli anni a cavallo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo fu messo, inoltre, in opera nel capoluogo lombardo un progetto di erezione di un cenotafio in onore del Correggio, mentre si avviava una animata querelle circa la nobiltà di natali del pittore. Lo studio e la meditazione sull’opera dell’Allegri trovò espressione nella produzione dello stesso David anche a livello figurativo, sia attraverso le testimonianze del corpus di grafica raccolto, molto probabilmente per la maggior parte acquisite durante il viaggio a Parma del 1684-1685, di cui rimangono sette studi che ripropongono la cupola di San Giovanni Evangelista, conservati presso il palazzo vescovile della città, sia attraverso opere pittoriche di invenzione, come ben si evince nelle citazioni dal tema del ‘notturno’ contenute nelle due tele eseguite nel 1691 per la cappella dei Santi fondatori in Sant’Andrea al Quirinale, rappresentanti l’Adorazione dei pastori e l’Adorazione dei Magi.
2022
I libri di Emil
9788866804215
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2134412
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