Il saggio contiene uno studio sul rapporto tra la certezza del diritto, intesa come valore e come principio giuridico, e le norme generali antielusive, le quali costituiscono uno degli istituti del diritto tributario globale. Si parte dall’assunto che la certezza del diritto costituisce un valore fondamentale dei sistemi giuridici moderni, nazionali e sovranazionali. Nel diritto fiscale è particolarmente avvertito, perchè assume una peculiare funzione di garanzia del singolo di fronte al potere pubblico; e deve essere contemperato con altri valori, come quello del divieto di abuso del diritto. Si evidenzia, poi, come l’applicazione della dottrina dell’abuso del diritto in sistemi rigidi come quelli di civil law, storicamente fedeli ad approcci formalistici nella definizione delle fattispecie imponibili, pregiudichi la certezza del diritto e richieda di apprestare determinate garanzie a presidio della prevedibilità delle decisioni. Questo problema si pone anche negli ordinamenti a formante giurisprudenziale ma sotto il profilo della compatibilità con i principi della rule of law; e anche a livello comunitario, dove si traduce nell’antitesi tra approcci formali e sostanziali, più adatti a contrastare fenomeni elusivi, i quali hanno oggi assunto carattere globale e posto problemi di carattere finanziario (perdite di gettito), economico (perdita di efficienza del mercato) e giuridico (diseguaglianza nella distribuzione dei carichi pubblici). Dalla ricerca, emerge una concezione complessa della norma generale antielusiva: norma “di chiusura” ma anche espressione di un principio generale, che, in quanto tale, la colloca ad un livello super-primario nella gerarchia delle fonti del diritto. Quanto alla normativa italiana, l’art. 10-bis della l. 212, appare più il risultato della combinazione di “ingredienti” diversi, i principi inveterati della giurisprudenza e le indicazioni della Commissione Europea; queste ultime ispirate a dottrine e criteri interpretativi affatto diversi dai nostri. Il tutto intessuto nelle trame di un ordinamento che poggia ancora saldamente sulle forme del diritto civile . Lo studio rivela, così, numerosi problemi sul piano esegetico e su quello sistematico, aprendo altrettante, inesplorate, prospettive di ricerca

Certezza del diritto e norme generali antielusive

CANÈ, DANIELE
2016-01-01

Abstract

Il saggio contiene uno studio sul rapporto tra la certezza del diritto, intesa come valore e come principio giuridico, e le norme generali antielusive, le quali costituiscono uno degli istituti del diritto tributario globale. Si parte dall’assunto che la certezza del diritto costituisce un valore fondamentale dei sistemi giuridici moderni, nazionali e sovranazionali. Nel diritto fiscale è particolarmente avvertito, perchè assume una peculiare funzione di garanzia del singolo di fronte al potere pubblico; e deve essere contemperato con altri valori, come quello del divieto di abuso del diritto. Si evidenzia, poi, come l’applicazione della dottrina dell’abuso del diritto in sistemi rigidi come quelli di civil law, storicamente fedeli ad approcci formalistici nella definizione delle fattispecie imponibili, pregiudichi la certezza del diritto e richieda di apprestare determinate garanzie a presidio della prevedibilità delle decisioni. Questo problema si pone anche negli ordinamenti a formante giurisprudenziale ma sotto il profilo della compatibilità con i principi della rule of law; e anche a livello comunitario, dove si traduce nell’antitesi tra approcci formali e sostanziali, più adatti a contrastare fenomeni elusivi, i quali hanno oggi assunto carattere globale e posto problemi di carattere finanziario (perdite di gettito), economico (perdita di efficienza del mercato) e giuridico (diseguaglianza nella distribuzione dei carichi pubblici). Dalla ricerca, emerge una concezione complessa della norma generale antielusiva: norma “di chiusura” ma anche espressione di un principio generale, che, in quanto tale, la colloca ad un livello super-primario nella gerarchia delle fonti del diritto. Quanto alla normativa italiana, l’art. 10-bis della l. 212, appare più il risultato della combinazione di “ingredienti” diversi, i principi inveterati della giurisprudenza e le indicazioni della Commissione Europea; queste ultime ispirate a dottrine e criteri interpretativi affatto diversi dai nostri. Il tutto intessuto nelle trame di un ordinamento che poggia ancora saldamente sulle forme del diritto civile . Lo studio rivela, così, numerosi problemi sul piano esegetico e su quello sistematico, aprendo altrettante, inesplorate, prospettive di ricerca
2016
9788854898271
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