Nel 2018 un accordo tra la Fondazione Terra Santa, organo della Custodia di Terra Santa, e la Fondazione Cineteca Italiana ha dato luogo al riordino e al restauro di un fondo di oltre 30 pellicole realizzate dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta. Questo patrimonio, che riveste un indubbio valore non solo per la Fondazione, ma anche per la storia del cinema cattolico, viene indagato in una triplice prospettiva. In primo luogo viene presa in esame l’attività di riordino e di restauro delle pellicole conservate svolta dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano (Roberto Della Torre). Successivamente si analizza la produzione della Fondazione Terra Santa nell’ambito della storia più estesa del cinema missionario (Piredda 2005, Piredda 2012), sottolineandone le specifiche strategie culturali e e produttive (Maria Francesca Piredda), a partire dalla categoria dell’“useful cinema” (Acland e Wasson, 2011) e del cinema amatoriale e di famiglia (Odin 1995, Cati 2009). Infine, viene affrontato il corpus di film, con particolare riferimento all’opera che ricostruisce la visita papale in Terra Santa e la sua eco mediatica (Elena Mosconi). I film promossi dalla Custodia di Terra Santa rivestono particolare interesse sia riguardo ai linguaggi adottati (tra cui film di documentazione, film di pellegrinaggio, film religiosi), sia rispetto ai promotori e agli autori, che incrociano la più vasta storia del cinema: tra questi, ad esempio, Padre Calabrese che, negli anni Cinquanta, intraprende la produzione di una serie di cortometraggi e un mediometraggio (Crociati senz’armi, 1955) realizzati con attrezzature professionali e affidati alla regia di Rinaldo Dal Fabbro, documentarista e organizzatore culturale in campo cinematografico. Una finalità indubbiamente culturale e politica è rivestita da opere come Ritorno alle sorgenti (di Rinaldo Dal Fabbro, 1964), dedicato al viaggio del papa Paolo VI in Terra santa, e dai precoci filmati diretti dal regista Ernesto Remani nel 1948 che raccontano la situazione dei luoghi di Cristo all’indomani del secondo conflitto mondiale. Si tratta di un patrimonio che rappresenta un tassello insostituibile all’interno della complessa e stratificata storia del cattolicesimo, di cui la Fondazione custodisce la memoria.
Custodire luoghi, custodire immagini: l'archivio audiovisivo della Fondazione Terra Santa
Piredda M. F.
Co-primo
;
2024-01-01
Abstract
Nel 2018 un accordo tra la Fondazione Terra Santa, organo della Custodia di Terra Santa, e la Fondazione Cineteca Italiana ha dato luogo al riordino e al restauro di un fondo di oltre 30 pellicole realizzate dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta. Questo patrimonio, che riveste un indubbio valore non solo per la Fondazione, ma anche per la storia del cinema cattolico, viene indagato in una triplice prospettiva. In primo luogo viene presa in esame l’attività di riordino e di restauro delle pellicole conservate svolta dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano (Roberto Della Torre). Successivamente si analizza la produzione della Fondazione Terra Santa nell’ambito della storia più estesa del cinema missionario (Piredda 2005, Piredda 2012), sottolineandone le specifiche strategie culturali e e produttive (Maria Francesca Piredda), a partire dalla categoria dell’“useful cinema” (Acland e Wasson, 2011) e del cinema amatoriale e di famiglia (Odin 1995, Cati 2009). Infine, viene affrontato il corpus di film, con particolare riferimento all’opera che ricostruisce la visita papale in Terra Santa e la sua eco mediatica (Elena Mosconi). I film promossi dalla Custodia di Terra Santa rivestono particolare interesse sia riguardo ai linguaggi adottati (tra cui film di documentazione, film di pellegrinaggio, film religiosi), sia rispetto ai promotori e agli autori, che incrociano la più vasta storia del cinema: tra questi, ad esempio, Padre Calabrese che, negli anni Cinquanta, intraprende la produzione di una serie di cortometraggi e un mediometraggio (Crociati senz’armi, 1955) realizzati con attrezzature professionali e affidati alla regia di Rinaldo Dal Fabbro, documentarista e organizzatore culturale in campo cinematografico. Una finalità indubbiamente culturale e politica è rivestita da opere come Ritorno alle sorgenti (di Rinaldo Dal Fabbro, 1964), dedicato al viaggio del papa Paolo VI in Terra santa, e dai precoci filmati diretti dal regista Ernesto Remani nel 1948 che raccontano la situazione dei luoghi di Cristo all’indomani del secondo conflitto mondiale. Si tratta di un patrimonio che rappresenta un tassello insostituibile all’interno della complessa e stratificata storia del cattolicesimo, di cui la Fondazione custodisce la memoria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.