Nella prima parte del contributo è ricostruito il ruolo del patronato Melzi d’Eril e dell’architetto Pier Luigi Fontana nella definizione dell’assetto ottocentesco della collegiata di Balerna. Dopo la sostituzione dell’organo seicentesco con lo strumento di Eugenio Biroldi (1811), il sostegno della nobile famiglia milanese si concretizzò nel monumento funebre di Luigi III (1822) e nella commissione dell’altare di San Francesco, entrambi affidati al professionista di Muggio, già attivo nella residenza balernitana del casato. Fontana coordinò, fra il 1818 e il 1822, una serie d’interventi strutturali volti a migliorare la luminosità e la fruibilità della chiesa, la decorazione e l’arredo della sagrestia, nonché le mense di diversi altari, secondo un linguaggio neoclassico influenzato dalla lezione albertolliana. Le trasformazioni otto-novecentesche – come i lavori di Luigi Morgari (1896), Mario Gilardi (1950-1954) e quelli degli anni Sessanta – testimoniano la continuità delle operazioni, sospese tra esigenze devozionali, istanze civiche e mutati orientamenti della committenza e del gusto artistico.

Da Pier Luigi Fontana a Mario Gilardi. La collegiata di Balerna fra otto e novecento

Ferrario Massimiliano
2025-01-01

Abstract

Nella prima parte del contributo è ricostruito il ruolo del patronato Melzi d’Eril e dell’architetto Pier Luigi Fontana nella definizione dell’assetto ottocentesco della collegiata di Balerna. Dopo la sostituzione dell’organo seicentesco con lo strumento di Eugenio Biroldi (1811), il sostegno della nobile famiglia milanese si concretizzò nel monumento funebre di Luigi III (1822) e nella commissione dell’altare di San Francesco, entrambi affidati al professionista di Muggio, già attivo nella residenza balernitana del casato. Fontana coordinò, fra il 1818 e il 1822, una serie d’interventi strutturali volti a migliorare la luminosità e la fruibilità della chiesa, la decorazione e l’arredo della sagrestia, nonché le mense di diversi altari, secondo un linguaggio neoclassico influenzato dalla lezione albertolliana. Le trasformazioni otto-novecentesche – come i lavori di Luigi Morgari (1896), Mario Gilardi (1950-1954) e quelli degli anni Sessanta – testimoniano la continuità delle operazioni, sospese tra esigenze devozionali, istanze civiche e mutati orientamenti della committenza e del gusto artistico.
2025
Fontana Edizioni
978-88-8191-827-0
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