Il contributo analizza il Regolamento AGCOM, emanato in attuazione della Direttiva 2019/790/UE (la "Direttiva Copyright") e dell'art. 43- bis l.d.a., che mira a disciplinare l'equo compenso riconosciuto agli editori per l'utilizzo online delle pubblicazioni giornalistiche da parte dei prestatori di servizi della società dell'informazione. Tale normativa è stata introdotta per ostacolare il "free riding" e garantire agli editori una giusta remunerazione per i loro investimenti. L'AGCOM ha il compito cruciale di stabilire i criteri di riferimento per l'equo compenso e di determinarne la misura nel caso in cui le parti non riescano a raggiungere un accordo tramite negoziazione. I criteri per la determinazione del compenso si basano, per i prestatori diversi dalle imprese di media monitoring, su un meccanismo di revenue sharing calcolato sui ricavi pubblicitari direttamente riconducibili alle pubblicazioni utilizzate online. Il Regolamento è stato oggetto di significative controversie legali, tra cui il ricorso di Meta, che ha portato il TAR Lazio a sollevare questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), sebbene il Consiglio di Stato abbia successivamente ribaltato la sospensione cautelare degli atti impugnati. Le recenti applicazioni del Regolamento, come la determinazione del compenso dovuto da Meta per il riutilizzo algoritmico dei contenuti editoriali e le conclusioni preliminari favorevoli dell’Avvocato Generale della CGUE, sottolineano la centralità di questa disciplina nel bilanciamento tra diritti fondamentali e il funzionamento del nuovo ecosistema digitale.

Il Regolamento AGCOM in materia di equo compenso agli editori per l'utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte dei prestatori delle società d'informazione

F. Ferrari
2025-01-01

Abstract

Il contributo analizza il Regolamento AGCOM, emanato in attuazione della Direttiva 2019/790/UE (la "Direttiva Copyright") e dell'art. 43- bis l.d.a., che mira a disciplinare l'equo compenso riconosciuto agli editori per l'utilizzo online delle pubblicazioni giornalistiche da parte dei prestatori di servizi della società dell'informazione. Tale normativa è stata introdotta per ostacolare il "free riding" e garantire agli editori una giusta remunerazione per i loro investimenti. L'AGCOM ha il compito cruciale di stabilire i criteri di riferimento per l'equo compenso e di determinarne la misura nel caso in cui le parti non riescano a raggiungere un accordo tramite negoziazione. I criteri per la determinazione del compenso si basano, per i prestatori diversi dalle imprese di media monitoring, su un meccanismo di revenue sharing calcolato sui ricavi pubblicitari direttamente riconducibili alle pubblicazioni utilizzate online. Il Regolamento è stato oggetto di significative controversie legali, tra cui il ricorso di Meta, che ha portato il TAR Lazio a sollevare questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), sebbene il Consiglio di Stato abbia successivamente ribaltato la sospensione cautelare degli atti impugnati. Le recenti applicazioni del Regolamento, come la determinazione del compenso dovuto da Meta per il riutilizzo algoritmico dei contenuti editoriali e le conclusioni preliminari favorevoli dell’Avvocato Generale della CGUE, sottolineano la centralità di questa disciplina nel bilanciamento tra diritti fondamentali e il funzionamento del nuovo ecosistema digitale.
2025
978-88-7524-643-3
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