Che il realismo scientifico costituisca un problema può sembrare quantomeno strano. Dopotutto il nostro modo di vivere non si fonda quasi interamente, anche nei suoi aspetti più quotidiani, su risorse e strumenti che ci sono stati messi a disposizione dalla scienza? E questo non significa forse che la scienza è una forma di conoscenza vera, e assai potente, della realtà? A fronte di ciò sta il fatto che nella filosofia della scienza contemporanea domina invece quasi incontrastato, sia pure con sfumature e accentuazioni diverse, un atteggiamento profondamente antirealista. Fino a che punto questa contestazione delle pretese della scienza è giustificata? Le diverse forme del moderno antirealismo linguistico e sociologico vengono qui rivisitate attraverso un confronto serrato con uno dei filosofi della scienza contemporanei più originale e controcorrente, Rom Harré: dal problema del realismo a quello del metodo, dal dibattito tra verificazionismo e falsificazionismo a quello tra razionalismo e irrazionalismo, dal ruolo della logica alle rivoluzioni scientifiche, fino al funzionamento degli esperimenti cruciali e ai problemi posti dai più recenti sviluppi della scienza dei sistemi complessi. Tale esame conduce infine a individuare la causa del problema in una concezione troppo ristretta di ragione, condivisa non solo dagli avversari del realismo scientifico, ma anche, e innanzitutto, dai suoi difensori. Di conseguenza viene proposta una forma di realismo più articolato, basato essenzialmente su un’idea analogica di ragione, che sia in grado di controbattere le tesi degli antirealisti, ma al tempo stesso di accogliere e valorizzare quanto di vero in esse è presente, in ciò andando, quando necessario, al di là dello stesso Harré.

Rom Harré e il problema del realismo scientifico

MUSSO, PAOLO
1993-01-01

Abstract

Che il realismo scientifico costituisca un problema può sembrare quantomeno strano. Dopotutto il nostro modo di vivere non si fonda quasi interamente, anche nei suoi aspetti più quotidiani, su risorse e strumenti che ci sono stati messi a disposizione dalla scienza? E questo non significa forse che la scienza è una forma di conoscenza vera, e assai potente, della realtà? A fronte di ciò sta il fatto che nella filosofia della scienza contemporanea domina invece quasi incontrastato, sia pure con sfumature e accentuazioni diverse, un atteggiamento profondamente antirealista. Fino a che punto questa contestazione delle pretese della scienza è giustificata? Le diverse forme del moderno antirealismo linguistico e sociologico vengono qui rivisitate attraverso un confronto serrato con uno dei filosofi della scienza contemporanei più originale e controcorrente, Rom Harré: dal problema del realismo a quello del metodo, dal dibattito tra verificazionismo e falsificazionismo a quello tra razionalismo e irrazionalismo, dal ruolo della logica alle rivoluzioni scientifiche, fino al funzionamento degli esperimenti cruciali e ai problemi posti dai più recenti sviluppi della scienza dei sistemi complessi. Tale esame conduce infine a individuare la causa del problema in una concezione troppo ristretta di ragione, condivisa non solo dagli avversari del realismo scientifico, ma anche, e innanzitutto, dai suoi difensori. Di conseguenza viene proposta una forma di realismo più articolato, basato essenzialmente su un’idea analogica di ragione, che sia in grado di controbattere le tesi degli antirealisti, ma al tempo stesso di accogliere e valorizzare quanto di vero in esse è presente, in ciò andando, quando necessario, al di là dello stesso Harré.
1993
8820481723
Musso, Paolo
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