Nata nei primi anni del Novecento, la filosofia della scienza rappresenta forse la corrente filosofica più caratteristica del secolo appena trascorso. Il volume offre una panoramica ampia e articolata delle principali posizioni esistenti in questo campo, fino a considerare gli sviluppi più recenti e originali. In particolare, la ricerca si sofferma su alcune figure e posizioni paradigmatiche, che consentono di avere un panorama delle diverse opzioni di fondo possibili in questo campo, cercando di mostrarne le conseguenze e implicazioni anche in relazione alle altre branche della filosofia. La chiave di lettura principale consiste nella tesi che il problema fondamentale a cui la filosofia della scienza del Novecento ha dovuto far fronte va rintracciato soprattutto nell’idea di ragione propria dei diversi autori. Due sono le concezioni fondamentali individuate dall’Autore, da sempre in opposizione tra loro: la prima è quella della ragione “misura-di-tutte-le-cose”, la seconda quella della ragione come “apertura” sulla realtà, vista come costitutivamente più grande ed inesauribile. Nella complessa vicenda dell’epistemologia del secolo appena trascorso queste due concezioni archetipe hanno assunto la forma di un’opposizione tra una ragione ridotta al suo solo aspetto logico-formale da un lato e, dall’altro, quella che ne considera invece anche l’aspetto intenzionale ed analogico. L’approfondimento di questa prospettiva finisce per svelare una sorprendente unità di fondo tra filosofi in apparenza rivali e inconciliabili o, viceversa, differenze inattese e più profonde delle apparenti somiglianze tra altri tradizionalmente ritenuti vicini.
Forme dell’epistemologia contemporanea. Tra realismo e antirealismo
MUSSO, PAOLO
2004-01-01
Abstract
Nata nei primi anni del Novecento, la filosofia della scienza rappresenta forse la corrente filosofica più caratteristica del secolo appena trascorso. Il volume offre una panoramica ampia e articolata delle principali posizioni esistenti in questo campo, fino a considerare gli sviluppi più recenti e originali. In particolare, la ricerca si sofferma su alcune figure e posizioni paradigmatiche, che consentono di avere un panorama delle diverse opzioni di fondo possibili in questo campo, cercando di mostrarne le conseguenze e implicazioni anche in relazione alle altre branche della filosofia. La chiave di lettura principale consiste nella tesi che il problema fondamentale a cui la filosofia della scienza del Novecento ha dovuto far fronte va rintracciato soprattutto nell’idea di ragione propria dei diversi autori. Due sono le concezioni fondamentali individuate dall’Autore, da sempre in opposizione tra loro: la prima è quella della ragione “misura-di-tutte-le-cose”, la seconda quella della ragione come “apertura” sulla realtà, vista come costitutivamente più grande ed inesauribile. Nella complessa vicenda dell’epistemologia del secolo appena trascorso queste due concezioni archetipe hanno assunto la forma di un’opposizione tra una ragione ridotta al suo solo aspetto logico-formale da un lato e, dall’altro, quella che ne considera invece anche l’aspetto intenzionale ed analogico. L’approfondimento di questa prospettiva finisce per svelare una sorprendente unità di fondo tra filosofi in apparenza rivali e inconciliabili o, viceversa, differenze inattese e più profonde delle apparenti somiglianze tra altri tradizionalmente ritenuti vicini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.