Introduzione: L'impianto di menisco collagenico (CMI) è una tecnica di ingegneria tissutale per il trattamento delle lesioni meniscali non riparabili. Scopo dello studio è la valutazione dei risultati clinici preliminari e l'analisi ultrastrutturale e biochimica dell'impianto. Materiale e metodi: Trentaquattro pazienti di età media di 38,3 anni sono stati trattati con il CMI presso il nostro Dipartimento dal marzo 2001. Ventotto presentavano una lesione primaria mentre 6 riferivano persistenza di dolore in esiti di pregressa meniscectomia parziale. La misura media della lesione era di 4.1 cm (da 2.5 a 5 cm). In 11 pazienti lo scaffold è stato suturato con tecnica inside-out, in 9 con tecnica all-inside, in 14 con tecnica mista. Sono state associate procedure chirurgiche comprendenti: 11 ricostruzioni del LCA, 2 HTO, 1 impianto di condrociti autologhi su membrana. A 6 e 12 mesi dall'intervento, i pazienti sono stati valutati utilizzando le schede di Lysholm II e Tegner e la RM (GE e FSE Fat suppressed T2-w scans). Sono stati eseguiti 2 second look con biopsia dell'impianto a 6 mesi, 1 a 15 mesi. I campioni, così come lo scaffold, sono stati analizzati con metodiche di microscopia ottica, immunoistochimica, SEM, TEM, EDAX ed elettroforetiche (FACE). Risultati: Il follow-up medio è di 10.3 mesi (min. 3, max 22 mesi). A 3 mesi, 32 pazienti hanno mostrato un miglioramento clinico. Il tipo di sutura non ha influenzato il risultato finale. Alla RM si è osservata l'integrità dell'impianto ed un segnale progressivamente simile a quello delle fibrocartilagini. Nei second look a 6 mesi, l’impianto si è ridotto del 10% in diametro. Non sono state riscontrate ulteriori riduzioni nel controllo a 15 mesi. In tutti i casi si è apprezzata una buona integrazione con il paramenisco ed il residuo meniscale così come una buona consistenza e stabilità alle forze in trazione. Nei controlli a 6 mesi, l'analisi morfologica ed ultrastrutturale ha mostrato la presenza di tessuto ialino infiltrato da cellule e vasi e circondato da fibre dello scaffold. A 15 mesi, si è osservato una maggiore organizzazione strutturale della matrice neoprodotta, ben integrata con il residuo meniscale. L'analisi biochimica ha evidenziato la presenza di molecole di GAG, collagene tipo II, acido ialuronico e condroitinsolfato che non erano presenti prima dell'impianto. Conclusioni: I dati morfologici e biochimici, così come i risultati clinico-funzionali, dimostrano che il CMI è una tecnica promettente nel trattamento delle lesioni meniscali.

Impianto di menisco collagenico (CMI): risultati preliminari ed analisi ultrastrutturale e biochimica dell'impianto

RONGA, MARIO;PASSI, ALBERTO;CHERUBINO, PAOLO
2003-01-01

Abstract

Introduzione: L'impianto di menisco collagenico (CMI) è una tecnica di ingegneria tissutale per il trattamento delle lesioni meniscali non riparabili. Scopo dello studio è la valutazione dei risultati clinici preliminari e l'analisi ultrastrutturale e biochimica dell'impianto. Materiale e metodi: Trentaquattro pazienti di età media di 38,3 anni sono stati trattati con il CMI presso il nostro Dipartimento dal marzo 2001. Ventotto presentavano una lesione primaria mentre 6 riferivano persistenza di dolore in esiti di pregressa meniscectomia parziale. La misura media della lesione era di 4.1 cm (da 2.5 a 5 cm). In 11 pazienti lo scaffold è stato suturato con tecnica inside-out, in 9 con tecnica all-inside, in 14 con tecnica mista. Sono state associate procedure chirurgiche comprendenti: 11 ricostruzioni del LCA, 2 HTO, 1 impianto di condrociti autologhi su membrana. A 6 e 12 mesi dall'intervento, i pazienti sono stati valutati utilizzando le schede di Lysholm II e Tegner e la RM (GE e FSE Fat suppressed T2-w scans). Sono stati eseguiti 2 second look con biopsia dell'impianto a 6 mesi, 1 a 15 mesi. I campioni, così come lo scaffold, sono stati analizzati con metodiche di microscopia ottica, immunoistochimica, SEM, TEM, EDAX ed elettroforetiche (FACE). Risultati: Il follow-up medio è di 10.3 mesi (min. 3, max 22 mesi). A 3 mesi, 32 pazienti hanno mostrato un miglioramento clinico. Il tipo di sutura non ha influenzato il risultato finale. Alla RM si è osservata l'integrità dell'impianto ed un segnale progressivamente simile a quello delle fibrocartilagini. Nei second look a 6 mesi, l’impianto si è ridotto del 10% in diametro. Non sono state riscontrate ulteriori riduzioni nel controllo a 15 mesi. In tutti i casi si è apprezzata una buona integrazione con il paramenisco ed il residuo meniscale così come una buona consistenza e stabilità alle forze in trazione. Nei controlli a 6 mesi, l'analisi morfologica ed ultrastrutturale ha mostrato la presenza di tessuto ialino infiltrato da cellule e vasi e circondato da fibre dello scaffold. A 15 mesi, si è osservato una maggiore organizzazione strutturale della matrice neoprodotta, ben integrata con il residuo meniscale. L'analisi biochimica ha evidenziato la presenza di molecole di GAG, collagene tipo II, acido ialuronico e condroitinsolfato che non erano presenti prima dell'impianto. Conclusioni: I dati morfologici e biochimici, così come i risultati clinico-funzionali, dimostrano che il CMI è una tecnica promettente nel trattamento delle lesioni meniscali.
2003
Bulgheroni, P.; Ronga, Mario; Manelli, A.; Angeretti, Mg; Passi, Alberto; Cherubino, Paolo
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