La cartilagine articolare della caviglia presenta caratteristiche morfologiche e molecolari che la differenziano dalle altre articolazioni: l’organizzazione in clusters planari,contenenti multipli condroni nello strato superficiale,la relativa espressione di recettori di superficie dei condrociti (IL-1) e produzione di metallo proteasi (MMP-8). Tali osservazioni spiegano in parte la bassa frequenza di condropatie degenerative primitive in questa diartrodia. Al contrario,la patologia cartilaginea traumatica è di comune riscontro nella pratica clinica a causa del costante aumento della pratica sportiva agonistica e non. I termini osteocondrite dissecante,frattura transcondrale,frattura osteocondrale e difetto osteocondrale sono utilizzati in letteratura per descrivere la separazione di un frammento di cartilagine,con o senza osso subcondrale. Da questo ampio panorama di patologie nasce la necessità di inquadrare il problema per meglio valutare la corretta indicazione al trattamento chirurgico e/o conservativo. Oltre ad un’accurata anamnesi ed attento esame obbiettivo,utili strumenti per definire la lesione cartilaginea ed evidenziare eventuali patologie predisponenti sono le radiografie sotto carico dell’articolazione,la TAC ed in particolar modo la RM o meglio la artro-RM. Tale indagine infatti consente di stadiare in modo accurato il grado della lesione,agevolando di conseguenza la scelta terapeutica. Diverse sono le classificazioni proposte dai vari autori: dalla tradizionale Berndt  Harty alla moderna classificazione della Università di Pittsburgh,la quale integra i dati artroscopici con quelli RM pur mantenendo la distinzione in quattro gradi o stadi. I diversi parametri che definiscono l’indicazione all’intervento chirurgico sono: tipo di lesione,grado,sede,dimensione,età del paziente. Fattori che influenzano la scelta del tipo di trattamento sono: lesioni concomitanti o predisponenti il danno condrale,richieste funzionali,aspettative del paziente,tempi di recupero dell’attività sportiva.

Indicazioni per la chirurgia della caviglia dello sportivo

CHERUBINO, PAOLO;RONGA, MARIO
2003-01-01

Abstract

La cartilagine articolare della caviglia presenta caratteristiche morfologiche e molecolari che la differenziano dalle altre articolazioni: l’organizzazione in clusters planari,contenenti multipli condroni nello strato superficiale,la relativa espressione di recettori di superficie dei condrociti (IL-1) e produzione di metallo proteasi (MMP-8). Tali osservazioni spiegano in parte la bassa frequenza di condropatie degenerative primitive in questa diartrodia. Al contrario,la patologia cartilaginea traumatica è di comune riscontro nella pratica clinica a causa del costante aumento della pratica sportiva agonistica e non. I termini osteocondrite dissecante,frattura transcondrale,frattura osteocondrale e difetto osteocondrale sono utilizzati in letteratura per descrivere la separazione di un frammento di cartilagine,con o senza osso subcondrale. Da questo ampio panorama di patologie nasce la necessità di inquadrare il problema per meglio valutare la corretta indicazione al trattamento chirurgico e/o conservativo. Oltre ad un’accurata anamnesi ed attento esame obbiettivo,utili strumenti per definire la lesione cartilaginea ed evidenziare eventuali patologie predisponenti sono le radiografie sotto carico dell’articolazione,la TAC ed in particolar modo la RM o meglio la artro-RM. Tale indagine infatti consente di stadiare in modo accurato il grado della lesione,agevolando di conseguenza la scelta terapeutica. Diverse sono le classificazioni proposte dai vari autori: dalla tradizionale Berndt  Harty alla moderna classificazione della Università di Pittsburgh,la quale integra i dati artroscopici con quelli RM pur mantenendo la distinzione in quattro gradi o stadi. I diversi parametri che definiscono l’indicazione all’intervento chirurgico sono: tipo di lesione,grado,sede,dimensione,età del paziente. Fattori che influenzano la scelta del tipo di trattamento sono: lesioni concomitanti o predisponenti il danno condrale,richieste funzionali,aspettative del paziente,tempi di recupero dell’attività sportiva.
2003
Cherubino, Paolo; Montoli, C.; Ronga, Mario
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/1793577
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