INTRODUZIONE. La tendenza all’iperspecializzazione della medicina moderna ha portato alla frammentazione del percorso assistenziale del paziente, sottoposto alle cure di numerosi specialisti che comunicano poco tra loro, con conseguente dispendio di tempo e risorse. Per ovviare a tali problemi, presso il Centro di Ricerca e Formazione “Giovanni Paolo II” dell’Università Cattolica di Campobasso, è stato elaborato un modello di case management, nell’ambito del Progetto di Ricerca sul Management Sanitario finanziato dal MIUR (Decreto 1589). CONTENUTI. Tale modello prevede la presa in cura del paziente da parte di un singolo medico specialista, il case manager, con l’obiettivo di: coordinare le diverse figure professionali che intervengono nel percorso, ottimizzando tempi e risorse; assicurare l’aderenza delle cure ad un percorso diagnostico-terapeutico centrato sul paziente e basato sulle più aggiornate evidenze scientifiche adattate al contesto delle risorse disponibili, ottimizzando l’efficienza; esporre chiaramente al paziente e ai familiari la sua condizione clinica, aumentando la compliance del paziente alle cure e migliorando la qualità percepita. È stata completata la prima fase dello studio, finalizzata ad impostare le modalità e gli strumenti per la sperimentazione del modello. La fase di impostazione del modello ha attraversato tre tappe: la scelta di tre patologie su cui sperimentare il modello e la formazione dei relativi gruppi di lavoro, sulla base delle caratteristiche delle prestazioni erogate nella struttura; la stesura e il continuo aggiornamento di nuovi percorsi diagnostico-terapeutici, attraverso l’implementazione dei percorsi in uso (fonti: SDO 2005-2007, 120 cartelle cliniche, interviste a tutti gli attori coinvolti nel percorso) con linee guida e articoli scientifici (fonti: Medline e società scientifiche); l’elaborazione di schede per la rilevazione dei dati, sulla base di disponibilità e affidabilità delle fonti. Le patologie scelte sono la valvulopatia aortica, il linfoma Non-Hodgkin e il carcinoma mammario. Sono stati creati 3 gruppi di lavoro, uno per patologia, composti ognuno da un medico della Direzione Sanitaria e il case manager, coordinati da un project manager. I nuovi percorsi sono stati scritti per esteso, con eventuali flow-chart riassuntive e allegati per indicazioni meno specifiche. Questi includono il ricovero per la conferma del sospetto diagnostico, i ricoveri terapeutici/riabilitativi successivi e il follow-up nel territorio, con il supporto di un sistema informativo per il collegamento con i Medici di Medicina Generale. Sono stati elaborati inoltre un questionario per il paziente sulla qualità delle cure e delle informazioni ricevute e una scheda con le fasi dei percorsi rilevabili dal sistema informativo. La prossima fase (1 anno) prevede l’inizio della sperimentazione del modello, con l’analisi di tempi, costi e qualità in presenza o meno del case manager. CONCLUSIONI. Le attività concluse hanno fornito gli strumenti non solo per l’attuazione del progetto in studio, ma anche per l’applicazione a regime della best practice. Inoltre hanno dato inizio ad un processo continuo di verifica e aggiornamento delle cure fornite, per il miglioramento continuo della qualità. Al termine della fase di sperimentazione si avranno i risultati sulla reale efficienza del nuovo modello.

Elaborazione di un modello di Case Management presso il Centro di Ricerca e Formazione “Giovanni Paolo II” dell’Università Cattolica di Campobasso

GIANFAGNA, FRANCESCO;
2007-01-01

Abstract

INTRODUZIONE. La tendenza all’iperspecializzazione della medicina moderna ha portato alla frammentazione del percorso assistenziale del paziente, sottoposto alle cure di numerosi specialisti che comunicano poco tra loro, con conseguente dispendio di tempo e risorse. Per ovviare a tali problemi, presso il Centro di Ricerca e Formazione “Giovanni Paolo II” dell’Università Cattolica di Campobasso, è stato elaborato un modello di case management, nell’ambito del Progetto di Ricerca sul Management Sanitario finanziato dal MIUR (Decreto 1589). CONTENUTI. Tale modello prevede la presa in cura del paziente da parte di un singolo medico specialista, il case manager, con l’obiettivo di: coordinare le diverse figure professionali che intervengono nel percorso, ottimizzando tempi e risorse; assicurare l’aderenza delle cure ad un percorso diagnostico-terapeutico centrato sul paziente e basato sulle più aggiornate evidenze scientifiche adattate al contesto delle risorse disponibili, ottimizzando l’efficienza; esporre chiaramente al paziente e ai familiari la sua condizione clinica, aumentando la compliance del paziente alle cure e migliorando la qualità percepita. È stata completata la prima fase dello studio, finalizzata ad impostare le modalità e gli strumenti per la sperimentazione del modello. La fase di impostazione del modello ha attraversato tre tappe: la scelta di tre patologie su cui sperimentare il modello e la formazione dei relativi gruppi di lavoro, sulla base delle caratteristiche delle prestazioni erogate nella struttura; la stesura e il continuo aggiornamento di nuovi percorsi diagnostico-terapeutici, attraverso l’implementazione dei percorsi in uso (fonti: SDO 2005-2007, 120 cartelle cliniche, interviste a tutti gli attori coinvolti nel percorso) con linee guida e articoli scientifici (fonti: Medline e società scientifiche); l’elaborazione di schede per la rilevazione dei dati, sulla base di disponibilità e affidabilità delle fonti. Le patologie scelte sono la valvulopatia aortica, il linfoma Non-Hodgkin e il carcinoma mammario. Sono stati creati 3 gruppi di lavoro, uno per patologia, composti ognuno da un medico della Direzione Sanitaria e il case manager, coordinati da un project manager. I nuovi percorsi sono stati scritti per esteso, con eventuali flow-chart riassuntive e allegati per indicazioni meno specifiche. Questi includono il ricovero per la conferma del sospetto diagnostico, i ricoveri terapeutici/riabilitativi successivi e il follow-up nel territorio, con il supporto di un sistema informativo per il collegamento con i Medici di Medicina Generale. Sono stati elaborati inoltre un questionario per il paziente sulla qualità delle cure e delle informazioni ricevute e una scheda con le fasi dei percorsi rilevabili dal sistema informativo. La prossima fase (1 anno) prevede l’inizio della sperimentazione del modello, con l’analisi di tempi, costi e qualità in presenza o meno del case manager. CONCLUSIONI. Le attività concluse hanno fornito gli strumenti non solo per l’attuazione del progetto in studio, ma anche per l’applicazione a regime della best practice. Inoltre hanno dato inizio ad un processo continuo di verifica e aggiornamento delle cure fornite, per il miglioramento continuo della qualità. Al termine della fase di sperimentazione si avranno i risultati sulla reale efficienza del nuovo modello.
2007
G., Sticca; R., Carnevale; Gianfagna, Francesco; G., Quaranta; A., Di Stefano; G., Giordano; G., Nasso; F., Alessandrini; G., Scambia; S., Storti; C.,...espandi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2006524
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