Manfredo Settala (1600-1680), canonico di San Nazaro e conservatore dell’Accademia Ambrosiana, raccolse in Milano una straordinaria collezione, celebrata dalla pubblicistica contemporanea e da numerosi viaggiatori italiani e stranieri, composta da più di tremila pezzi di varia natura che dovevano riflettere, dalla botanica all’etnografia, dalla zoologia alle arti figurative, dall’astronomia all’archeologia, i diversi campi del sapere umano e fornire un supporto alla conoscenza, unitamente alla biblioteca. Alla fine del 1664 venne pubblicata la prima descrizione a stampa in latino delle raccolte, ad opera di Paolo Maria Terzaghi. il Musaeum Septalianum. Due anni dopo fu stampata l'edizione italiana dell'opera, a cura di Pietro Francesco Scarabelli, con una stesura più divulgativa. Di quest’opera in volgare venne tirata una seconda edizione, aggiornata con le nuove acquisizioni e corredata da una stampa di Cesare Fiori che propone una immaginaria veduta della galleria in palazzo Settala di via Pantano. Parallela all’iniziativa editoriale fu la commissione ad una serie di giovani pittori milanesi di riprodurre con disegni e dipinti tutti gli oggetti del Museo. I fogli vennero raccolti in sette volumi, dispersi dopo la morte del canonico. Nel 1900 due di questi volumi furono ritrovati sul mercato antiquario di Lipsia, mentre un terzo fu rintracciato presso Michelangelo Guggenheim a Venezia. Entrarono tutti entro il 1906 a far parte della Biblioteca Ambrosiana, mentre altri due si trovano alla Biblioteca Estense di Modena. Ognuno dei disegni riproducenti fedelmente gli oggetti musealizzati reca brevi annotazioni circa l'oggetto rappresentato per quanto riguarda le sue peculiarità e la sua provenienza. Utili per la ricostruzione dei criteri con cui venne progettata l’intera collezione, questi dati mettono anche in luce una ricca rete di altolocati donatori, dal cardinale e arcivescovo Cesare Monti al principe Federico Landi, e di contatti con il mondo artistico e scientifico contemporaneo sui quali si concentrerà la relazione proposta.
Intorno al Museo di Manfredo Settala: memorie illustrate e celebri amicizie
Laura Facchin
2017-01-01
Abstract
Manfredo Settala (1600-1680), canonico di San Nazaro e conservatore dell’Accademia Ambrosiana, raccolse in Milano una straordinaria collezione, celebrata dalla pubblicistica contemporanea e da numerosi viaggiatori italiani e stranieri, composta da più di tremila pezzi di varia natura che dovevano riflettere, dalla botanica all’etnografia, dalla zoologia alle arti figurative, dall’astronomia all’archeologia, i diversi campi del sapere umano e fornire un supporto alla conoscenza, unitamente alla biblioteca. Alla fine del 1664 venne pubblicata la prima descrizione a stampa in latino delle raccolte, ad opera di Paolo Maria Terzaghi. il Musaeum Septalianum. Due anni dopo fu stampata l'edizione italiana dell'opera, a cura di Pietro Francesco Scarabelli, con una stesura più divulgativa. Di quest’opera in volgare venne tirata una seconda edizione, aggiornata con le nuove acquisizioni e corredata da una stampa di Cesare Fiori che propone una immaginaria veduta della galleria in palazzo Settala di via Pantano. Parallela all’iniziativa editoriale fu la commissione ad una serie di giovani pittori milanesi di riprodurre con disegni e dipinti tutti gli oggetti del Museo. I fogli vennero raccolti in sette volumi, dispersi dopo la morte del canonico. Nel 1900 due di questi volumi furono ritrovati sul mercato antiquario di Lipsia, mentre un terzo fu rintracciato presso Michelangelo Guggenheim a Venezia. Entrarono tutti entro il 1906 a far parte della Biblioteca Ambrosiana, mentre altri due si trovano alla Biblioteca Estense di Modena. Ognuno dei disegni riproducenti fedelmente gli oggetti musealizzati reca brevi annotazioni circa l'oggetto rappresentato per quanto riguarda le sue peculiarità e la sua provenienza. Utili per la ricostruzione dei criteri con cui venne progettata l’intera collezione, questi dati mettono anche in luce una ricca rete di altolocati donatori, dal cardinale e arcivescovo Cesare Monti al principe Federico Landi, e di contatti con il mondo artistico e scientifico contemporaneo sui quali si concentrerà la relazione proposta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.