Questo lavoro è nato nell’interesse per un problema storiografico da tempo individuato, ma solo parzialmente affrontato nel contesto italiano, che riguarda lo studio delle tecniche nella storia delle attività estrattive in età moderna. In particolare, sono stati inizialmente individuati quali oggetti della ricerca, all’interno di un caso di studio significativo ma sostanzialmente inesplorato, gli aspetti legati alla tecnica di escavazione di pietra ornamentale nell’ambito del Veneto del Settecento. A tal proposito si è dato avvio alla ricerca di fonti primarie presso l’Archivio di Stato di Venezia, dove è stato consultato il Fondo Deputati delle Miniere, un ricco ed articolato complesso archivistico che comprende le carte prodotte e ricevute nell’arco temporale 1488-1799, dall’organo chiamato ad amministrare, presso la Repubblica Serenissima, il settore dell’escavazione di cave e miniere. In considerazione dell’ampia presenza di cave rilevate nel territorio del Veneto nord-orientale, il lavoro di ricerca è poi proseguito presso l’Archivio di Stato di Verona presso cui, vista l’assenza di fondi specifici sul settore oggetto di indagine è stata effettuata una ricognizione del materiale presente elle cartelle Delegazione provinciale, Prefettura e Antico Archivio del Comune. Gli esiti delle ricerche presso i due archivi veneti hanno portato ai risultati ipotizzati e quindi al possibile emergere di nuove fonti in grado di consentire un’analisi e una ricostruzione storica approfondita delle attività estrattive in cava: considerato tuttavia l’accumulo di una ingente quantità di materiale inedito, di cui si darà conto in seguito e in particolare nel secondo capitolo, si è giunti alla possibilità di ricalibrare su nuove linee di indagine il progetto di ricerca, che si è incentrato di conseguenza sullo studio di diverse figure professionali impiegate in miniera. E’ stata individuata la figura del sovrintendente di miniera, di cui si è proceduto ad individuare, interpretare e ricostruire responsabilità e competenze. Nel medesimo ambito lavorativo è quindi emersa una figura professionale che solo occasionalmente prestò la sua opera e il suo sapere alla gestione del sito estrattivo, ma che si inserì contestualmente, sia pure in modo controverso, nella pratica del viaggio mineralogico e minerario di istruzione che coinvolse soprattutto a partire dalla seconda metà del Settecento diversi studiosi europei, tra cui alcuni italiani. Si tratta del chimico Marco Carburi (1730-1808), docente presso l’Università di Padova, chiamato dalla Repubblica Serenissima a visitare le miniere di Agordo nel Bellunese e a stendere una relazione particolareggiata su diversi aspetti utili all’aumento della produttività e a un conseguente incremento della rendita non solo attraverso modifiche tecniche, ma anche attraverso espedienti economico finanziari. Nel primo capitolo viene presentato un inquadramento storiografico che prende in considerazione le differenti fonti disponibili su cave, miniere e terre coloranti nella Serenissima durante il Settecento: a tal proposito è infatti importante evidenziare quanto sia profondamente differente la nature del materiale disponibile, da un lato per le cave di pietra e dall’altro per quelle di miniera. Nel secondo capitolo viene evidenziato, sotto il punto di vista di un duplice problema, lo studio storico delle cave: in particolare si considerano gli aspetti desumibili per ciò che riguarda, da un lato, la tecnica e dall’altro, la contribuzione fiscale derivante dall’estrazione lapìdea. Un analogo percorso di ricerca viene dedicato alla coltivazione delle miniere, per quanto concerne in particolare gli aspetti amministrativi e il ruolo delle tecniche: nello specifico viene utilizzata una tipologia di fonte primaria finora scarsamente utilizzata e costituita dalle relazioni dei tecnici. Le relazioni prese in considerazione sono in particolare quelle datate tra il 1710 3 il 1745, a firma di Iseppo Zanchi, nonché alcune carte inserite nel Fondo Scritture del Magistrato sopra le Miniere. Attraverso le relazioni dio Iseppo Zanchi viene ricostruita una breve storia della famiglia di questo tecnico, che per molti anni fu impiegato presso le pubbliche miniere di Agordo. Il caso degli Zanchi si rivela estremamente interessante poiché evidenzia l’attività di diverse generazioni di questa famiglia presso le miniere dell’Agordino: sono state contate almeno cinque generazioni e sarà quindi proposta una prima ricostruzione dell’albero genealogico e delle diverse competenze professionali dei vari membri impiegati nelle attività di miniera in Agordo. Il terzo capitolo è dedicato ad inquadrare la figura del professore di chimica sperimentale dell’ateneo di Padova Marco Carburi, il quale, oltre alla coltivazione delle miniere di rame nella valle d’Agordo in provincia di Belluno, coltivò nel corso della sua lunga carriera universitaria molteplici interessi di studio. Una volta terminate le sue visite agli stabilimenti di Agordo e dopo aver compiuto un viaggio nelle regioni minerarie del Nord Europa, Carburi propose alla Serenissima alcune misure da adottare anche in Veneto per migliorare le tecniche estrattive di miniera e riorganizzare la produttività dell’azienda statale: questi suggerimenti sono contenuti in un manoscritto finora inedito che è stato analizzato, trascritto integralmente e dotato di un apparato critico. Il capitolo finale della tesi è dedicato all’approfondimento del ruolo che l’impresa estrattiva di miniera ha avuto nell’ambito del Settecento veneto, soprattutto nell’ottica di una possibile appartenenza dell’eredità culturale e materiale delle tecniche e delle conoscenze minerarie storiche all’ambito dei beni comuni contemporanei. In particolare, le conoscenze tecniche sono considerate nei loro molteplici aspetti: gestione, competenza, responsabilità e diffusione. Negli allegati sono proposte le trascrizioni e le edizioni critiche di alcune fonti inedite, opportunamente selezionate.

La gestione dell’attività estrattiva nel Veneto del Settecento come problema storiografico. Il viaggio mineralogico e il progetto minerario di Marco Carburi / Faccioli, Maria. - (2018).

La gestione dell’attività estrattiva nel Veneto del Settecento come problema storiografico. Il viaggio mineralogico e il progetto minerario di Marco Carburi.

Faccioli, Maria
2018-01-01

Abstract

Questo lavoro è nato nell’interesse per un problema storiografico da tempo individuato, ma solo parzialmente affrontato nel contesto italiano, che riguarda lo studio delle tecniche nella storia delle attività estrattive in età moderna. In particolare, sono stati inizialmente individuati quali oggetti della ricerca, all’interno di un caso di studio significativo ma sostanzialmente inesplorato, gli aspetti legati alla tecnica di escavazione di pietra ornamentale nell’ambito del Veneto del Settecento. A tal proposito si è dato avvio alla ricerca di fonti primarie presso l’Archivio di Stato di Venezia, dove è stato consultato il Fondo Deputati delle Miniere, un ricco ed articolato complesso archivistico che comprende le carte prodotte e ricevute nell’arco temporale 1488-1799, dall’organo chiamato ad amministrare, presso la Repubblica Serenissima, il settore dell’escavazione di cave e miniere. In considerazione dell’ampia presenza di cave rilevate nel territorio del Veneto nord-orientale, il lavoro di ricerca è poi proseguito presso l’Archivio di Stato di Verona presso cui, vista l’assenza di fondi specifici sul settore oggetto di indagine è stata effettuata una ricognizione del materiale presente elle cartelle Delegazione provinciale, Prefettura e Antico Archivio del Comune. Gli esiti delle ricerche presso i due archivi veneti hanno portato ai risultati ipotizzati e quindi al possibile emergere di nuove fonti in grado di consentire un’analisi e una ricostruzione storica approfondita delle attività estrattive in cava: considerato tuttavia l’accumulo di una ingente quantità di materiale inedito, di cui si darà conto in seguito e in particolare nel secondo capitolo, si è giunti alla possibilità di ricalibrare su nuove linee di indagine il progetto di ricerca, che si è incentrato di conseguenza sullo studio di diverse figure professionali impiegate in miniera. E’ stata individuata la figura del sovrintendente di miniera, di cui si è proceduto ad individuare, interpretare e ricostruire responsabilità e competenze. Nel medesimo ambito lavorativo è quindi emersa una figura professionale che solo occasionalmente prestò la sua opera e il suo sapere alla gestione del sito estrattivo, ma che si inserì contestualmente, sia pure in modo controverso, nella pratica del viaggio mineralogico e minerario di istruzione che coinvolse soprattutto a partire dalla seconda metà del Settecento diversi studiosi europei, tra cui alcuni italiani. Si tratta del chimico Marco Carburi (1730-1808), docente presso l’Università di Padova, chiamato dalla Repubblica Serenissima a visitare le miniere di Agordo nel Bellunese e a stendere una relazione particolareggiata su diversi aspetti utili all’aumento della produttività e a un conseguente incremento della rendita non solo attraverso modifiche tecniche, ma anche attraverso espedienti economico finanziari. Nel primo capitolo viene presentato un inquadramento storiografico che prende in considerazione le differenti fonti disponibili su cave, miniere e terre coloranti nella Serenissima durante il Settecento: a tal proposito è infatti importante evidenziare quanto sia profondamente differente la nature del materiale disponibile, da un lato per le cave di pietra e dall’altro per quelle di miniera. Nel secondo capitolo viene evidenziato, sotto il punto di vista di un duplice problema, lo studio storico delle cave: in particolare si considerano gli aspetti desumibili per ciò che riguarda, da un lato, la tecnica e dall’altro, la contribuzione fiscale derivante dall’estrazione lapìdea. Un analogo percorso di ricerca viene dedicato alla coltivazione delle miniere, per quanto concerne in particolare gli aspetti amministrativi e il ruolo delle tecniche: nello specifico viene utilizzata una tipologia di fonte primaria finora scarsamente utilizzata e costituita dalle relazioni dei tecnici. Le relazioni prese in considerazione sono in particolare quelle datate tra il 1710 3 il 1745, a firma di Iseppo Zanchi, nonché alcune carte inserite nel Fondo Scritture del Magistrato sopra le Miniere. Attraverso le relazioni dio Iseppo Zanchi viene ricostruita una breve storia della famiglia di questo tecnico, che per molti anni fu impiegato presso le pubbliche miniere di Agordo. Il caso degli Zanchi si rivela estremamente interessante poiché evidenzia l’attività di diverse generazioni di questa famiglia presso le miniere dell’Agordino: sono state contate almeno cinque generazioni e sarà quindi proposta una prima ricostruzione dell’albero genealogico e delle diverse competenze professionali dei vari membri impiegati nelle attività di miniera in Agordo. Il terzo capitolo è dedicato ad inquadrare la figura del professore di chimica sperimentale dell’ateneo di Padova Marco Carburi, il quale, oltre alla coltivazione delle miniere di rame nella valle d’Agordo in provincia di Belluno, coltivò nel corso della sua lunga carriera universitaria molteplici interessi di studio. Una volta terminate le sue visite agli stabilimenti di Agordo e dopo aver compiuto un viaggio nelle regioni minerarie del Nord Europa, Carburi propose alla Serenissima alcune misure da adottare anche in Veneto per migliorare le tecniche estrattive di miniera e riorganizzare la produttività dell’azienda statale: questi suggerimenti sono contenuti in un manoscritto finora inedito che è stato analizzato, trascritto integralmente e dotato di un apparato critico. Il capitolo finale della tesi è dedicato all’approfondimento del ruolo che l’impresa estrattiva di miniera ha avuto nell’ambito del Settecento veneto, soprattutto nell’ottica di una possibile appartenenza dell’eredità culturale e materiale delle tecniche e delle conoscenze minerarie storiche all’ambito dei beni comuni contemporanei. In particolare, le conoscenze tecniche sono considerate nei loro molteplici aspetti: gestione, competenza, responsabilità e diffusione. Negli allegati sono proposte le trascrizioni e le edizioni critiche di alcune fonti inedite, opportunamente selezionate.
2018
Marco Carburi, attività estrattive, miniere, Veneto, Settecento, viaggio mineralogico
La gestione dell’attività estrattiva nel Veneto del Settecento come problema storiografico. Il viaggio mineralogico e il progetto minerario di Marco Carburi / Faccioli, Maria. - (2018).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2090342
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