La presente ricerca ha come obiettivo la creazione di nuove categorie interpretative relativamente alle donne collaborazioniste. Esse sono state analizzate non attraverso la storia di genere, ma per il ruolo svolto all’interno del contesto sociale. I fascicoli processuali e la ricostruzione della conseguente verità emersa sono stati i supporti per la riflessione che ha coinvolto storia e filosofia in uno stretto rapporto interpretativo. Il bene e il male sono affiorati attraverso le carte d’archivio. È stato possibile creare diverse tipologie di donne: la donna-ombra, la donna-grigia e la donna-libera. Si è delineata l’opportunità di muovere la ricerca verso un’interpretazione fenomenologica tendente alla costruzione del bene comune e la definizione del male comune come bene di pochi. Il male comune non può solo essere giustificato, agostinianamente, come assenza del bene, ma deve essere riconosciuto come libera estrinsecazione della volontà umana. Parafrasando un’espressione di Recalcati, il male comune diviene un “sistema pervasivo” che, gradualmente, si espande penetrando all’interno degli anditi più reconditi della mente umana in grado di pervenire alla fatale e permanente persecuzione dell’altro. La donna è altresì, per antonomasia, l’estrinsecazione della positività, di colei che genera il buono, cioè il nuovo uomo, la vita, manifestazione di sicuro progresso. L’espressione “terra madre” è la sintomatica esplicitazione di un bene comune da proteggere e da tutelare. Il termine “madre” è non solo “un nome della memoria”, bensì “il” nome che contiene nella memoria ciascun uomo. Esso è l’intrinseca e necessaria volontà di ogni essere umano di possedere le radici della memoria che gli consentano di evolversi e di guardare al di là dell’orizzonte del tempo che ora c’è, ma che già cede il passo a quello che verrà. This research has as its object the creation of new interpretative categories about the collaborationist women. They have been analysed not through gender history, but for their role performed within the social context. The processual dossier and the reconstruction of the consequent emerged truth have been the supports for critical analysis involving History and Philosophy in a close interpretative relationship. Good and evil have surfaced through archive papers. It has been possible to create different typologies of women: the shadow-woman, the grey-woman and the free-woman. The research has proceeded toward a phenomenological interpretation which viewed the construction of common good and the definition of common evil as good for few. The common evil cannot be justified only, in Augustinian way, as absence of good, but it must be recognized as a free expression of the human wish. Common evil, paraphrasing an expression from Recalcati’s, the common evil becomes a “pervasive system” that gradually expands penetrating inside the most secluded passages of human mind able to achieve the fatal and permanent persecution of the other. The woman is also, utmost, the expression of the positiveness, the one who produces the good, that is the new man, the life, demonstration of sure progress. The expression “mother earth” it is the symptomatic explication of a common good to preserve and to protect. The term “mother” it is not only “a name of the memory”, on the contrary “the” name that contains in the memory every man. This name is the intrinsic and necessary wish of every human being to possess the roots of the memory that allow him to evolve and to look beyond the horizon of this time, but that already gives way to the time that will come.

Bene e male comune tra storia e filosofia. Le donne collaborazioniste processate a Milano dal 1945 al 1947 / Moccia, Nicoletta. - (2017).

Bene e male comune tra storia e filosofia. Le donne collaborazioniste processate a Milano dal 1945 al 1947.

Moccia, Nicoletta
2017-01-01

Abstract

La presente ricerca ha come obiettivo la creazione di nuove categorie interpretative relativamente alle donne collaborazioniste. Esse sono state analizzate non attraverso la storia di genere, ma per il ruolo svolto all’interno del contesto sociale. I fascicoli processuali e la ricostruzione della conseguente verità emersa sono stati i supporti per la riflessione che ha coinvolto storia e filosofia in uno stretto rapporto interpretativo. Il bene e il male sono affiorati attraverso le carte d’archivio. È stato possibile creare diverse tipologie di donne: la donna-ombra, la donna-grigia e la donna-libera. Si è delineata l’opportunità di muovere la ricerca verso un’interpretazione fenomenologica tendente alla costruzione del bene comune e la definizione del male comune come bene di pochi. Il male comune non può solo essere giustificato, agostinianamente, come assenza del bene, ma deve essere riconosciuto come libera estrinsecazione della volontà umana. Parafrasando un’espressione di Recalcati, il male comune diviene un “sistema pervasivo” che, gradualmente, si espande penetrando all’interno degli anditi più reconditi della mente umana in grado di pervenire alla fatale e permanente persecuzione dell’altro. La donna è altresì, per antonomasia, l’estrinsecazione della positività, di colei che genera il buono, cioè il nuovo uomo, la vita, manifestazione di sicuro progresso. L’espressione “terra madre” è la sintomatica esplicitazione di un bene comune da proteggere e da tutelare. Il termine “madre” è non solo “un nome della memoria”, bensì “il” nome che contiene nella memoria ciascun uomo. Esso è l’intrinseca e necessaria volontà di ogni essere umano di possedere le radici della memoria che gli consentano di evolversi e di guardare al di là dell’orizzonte del tempo che ora c’è, ma che già cede il passo a quello che verrà. This research has as its object the creation of new interpretative categories about the collaborationist women. They have been analysed not through gender history, but for their role performed within the social context. The processual dossier and the reconstruction of the consequent emerged truth have been the supports for critical analysis involving History and Philosophy in a close interpretative relationship. Good and evil have surfaced through archive papers. It has been possible to create different typologies of women: the shadow-woman, the grey-woman and the free-woman. The research has proceeded toward a phenomenological interpretation which viewed the construction of common good and the definition of common evil as good for few. The common evil cannot be justified only, in Augustinian way, as absence of good, but it must be recognized as a free expression of the human wish. Common evil, paraphrasing an expression from Recalcati’s, the common evil becomes a “pervasive system” that gradually expands penetrating inside the most secluded passages of human mind able to achieve the fatal and permanent persecution of the other. The woman is also, utmost, the expression of the positiveness, the one who produces the good, that is the new man, the life, demonstration of sure progress. The expression “mother earth” it is the symptomatic explication of a common good to preserve and to protect. The term “mother” it is not only “a name of the memory”, on the contrary “the” name that contains in the memory every man. This name is the intrinsic and necessary wish of every human being to possess the roots of the memory that allow him to evolve and to look beyond the horizon of this time, but that already gives way to the time that will come.
2017
Donne, bene comune, male comune
Bene e male comune tra storia e filosofia. Le donne collaborazioniste processate a Milano dal 1945 al 1947 / Moccia, Nicoletta. - (2017).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2090498
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