Questa tesi è centrata sull’analisi del ruolo che, in un contesto di crisi economica e di mutamento dei modelli sociali tradizionali, il contratto di rete per il welfare può svolgere per promuovere superiori livelli di produttività nelle imprese e di qualità della vita personale e familiare dei dipendenti e dei membri di una collettività locale. La centralità della ricerca nel campo del welfare aziendale e delle reti di imprese è confermata dallo sviluppo del dibattito e della letteratura sul tema avvenuti negli ultimi anni e dall’impatto sul profilo sociale ed economico per lo sviluppo del sistema Paese. Per argomentare perché siano necessari interventi che incrementino la produttività e i redditi da lavoro dipendente, nel primo capitolo si descrive la situazione di sofferenza in cui versano le PMI e i dipendenti per effetto della crisi risalente al 2007, illustrando la dinamica del PIL, degli occupati, delle ore annue lavorate, della produttività del lavoro per occupato e per ora lavorata e dei salari medi. Si mostrano, inoltre, le difficoltà patite all’interno dei nuclei familiari per effetto della compressione dei livelli di spesa pubblica destinata alla protezione sociale e dell’aumento dell’occupazione femminile e dell’innalzamento dell’età di pensionamento. Dato conto di un contesto di riferimento in cui i dati empirici e la letteratura mostrano complessivamente l’esistenza di forti divergenze tra bisogni espressi e risorse disponibili e di elevati rischi di povertà diffusa, cui lo Stato non è di fatto più in grado di far fronte, si argomenta poi come sia stato individuato un nuovo paradigma, definito “secondo welfare” poiché complementare e temporalmente successivo al regime obbligatorio, in cui i programmi di protezione e di investimento sociale sono attuati al di fuori del finanziamento pubblico e da attori diversi - imprese, organizzazioni sindacali e datoriali, fondazioni, mutue, enti filantropici e Terzo settore. Nel secondo capitolo, poi, partendo dall’evidenza che attori sociali diversi da quelli pubblici possono attivarsi in logica di sussidiarietà e, con successo, migliorare la situazione monetaria e gestionale di bisogni comuni e crescenti, si analizza uno specifico strumento di intervento, il welfare aziendale, appannaggio delle imprese e idoneo ad ottenere vantaggi produttivi, fiscali e organizzativi per il datore di lavoro e a supportare l’azione di protezione sociale statale. In merito se ne presenta una definizione, i contenuti, gli attori e le novità legislative introdotte dalle Leggi di Stabilità 2016, 2017 e 2018. Vista la forte presenza in Italia di PMI e i limiti monetari e organizzativi che caratterizzano strutture produttive di questo tipo, di fatto, il ricorso al welfare aziendale risulta in Italia ostacolato, tuttavia una soluzione perché siano esplicati i punti di forza e le potenzialità dello strumento si trova nell’utilizzo del contratto di rete, che viene illustrato nel terzo capitolo, dove sono anche illustrati i requisiti in termini di capitale sociale necessari alla stipulazione di un contratto di rete, le strutture e i modelli operativi cui le aziende possono ricorrere e quali implicazioni si configurino nei rapporti di lavoro. La distribuzione geografica e i livelli di efficacia raggiunti in determinate aree del Paese portano ad ipotizzare che l’ambiente di riferimento sia facilitante verso un maggiore e più proficuo ricorso al contratto di rete e, nel quarto capitolo, si analizza il territorio - la Provincia lombarda di Varese - in cui è stato avviato il primo progetto di rete di impresa per il welfare aziendale - GIUNCA - per isolarne le caratteristiche ed individuare, in ottica causale, una prima serie di fattori di sostegno alla realizzazione di rilevanti livelli di produttività e integrazione dei redditi da lavoro dipendente. Il campo di osservazione viene esteso a livello di Regione, di macro area e di provincia e risulta che in Lombardia, la presenza di contratti di rete rispetto al resto d’Italia è consistente. Illustrate alcune evidenze dal contesto di riferimento, nel quinto capitolo, si analizza il progetto GIUNCA, per ritrarvi quegli elementi che possono aver attivato una sperimentale utilizzazione del contratto di rete per il welfare aziendale. Dallo studio dei partecipanti, degli obiettivi, delle azioni intraprese e dei risultati raggiunti e dalle interviste ottenute dai protagonisti e da esperti nel settore, si riesce a isolare come superiori livelli di innovazione e orientamento alla CSR presenti nel tessuto imprenditoriale di riferimento abbiano portato le imprese retiste di GIUNCA a strutturare diversi elementi esterni, sia avversi che agevolanti, in un esperimento innovativo e efficace. Difatti la crisi economica e gli accresciuti bisogni di reddito e di sostegno nella vita familiare, da un lato, e l’introduzione normativa del contratto di rete, da un altro lato, sono stati colti come opportunità dalle imprese coinvolte nel progetto, che hanno così dato avvio alla prima rete per il welfare in Italia e realizzato livelli di copertura elevati, come chiarito nel quinto capitolo. Un’analisi degli sviluppi successivi dell’azione di GIUNCA, consente, nel sesto capitolo, di individuare una differenziazione conglomerale verso ambiti più sociali e meno centrati sull’azienda. Nel tempo infatti la rete, originariamente orientata verso i propri dipendenti si è interessata alle situazioni di famiglie con figli minori e a categorie svantaggiate escluse dal mondo del lavoro - donne e giovani -, contribuendo come copartecipante, assieme ad un insieme via via più numero ed eterogeneo di attori sociali locali, alla realizzazione di progetti finanziati da Pubbliche Amministrazioni o Enti filantropici, avviando ed intensificando relazioni con esperti di ambiti territoriali sovra-locali. L’esperienza di GIUNCA conferma trasformazioni in atto e l’ibridazione positiva dei programmi di integrazione sociale anche in aree relativamente estese come la Provincia di Varese e focalizza l’attenzione su questa area come territorio reattivo e campo di ricerca idoneo ad individuare sperimentazioni che potrebbero, compreso l’impatto realizzato dai programmi di welfare, costituire best practices replicabili.

PMI e welfare. Il contratto di rete tra imprese in Provincia di Varese: il caso GIUNCA, da welfare aziendale a welfare territoriale / Maglia, Eleonora. - (2018).

PMI e welfare. Il contratto di rete tra imprese in Provincia di Varese: il caso GIUNCA, da welfare aziendale a welfare territoriale.

Maglia, Eleonora
2018-01-01

Abstract

Questa tesi è centrata sull’analisi del ruolo che, in un contesto di crisi economica e di mutamento dei modelli sociali tradizionali, il contratto di rete per il welfare può svolgere per promuovere superiori livelli di produttività nelle imprese e di qualità della vita personale e familiare dei dipendenti e dei membri di una collettività locale. La centralità della ricerca nel campo del welfare aziendale e delle reti di imprese è confermata dallo sviluppo del dibattito e della letteratura sul tema avvenuti negli ultimi anni e dall’impatto sul profilo sociale ed economico per lo sviluppo del sistema Paese. Per argomentare perché siano necessari interventi che incrementino la produttività e i redditi da lavoro dipendente, nel primo capitolo si descrive la situazione di sofferenza in cui versano le PMI e i dipendenti per effetto della crisi risalente al 2007, illustrando la dinamica del PIL, degli occupati, delle ore annue lavorate, della produttività del lavoro per occupato e per ora lavorata e dei salari medi. Si mostrano, inoltre, le difficoltà patite all’interno dei nuclei familiari per effetto della compressione dei livelli di spesa pubblica destinata alla protezione sociale e dell’aumento dell’occupazione femminile e dell’innalzamento dell’età di pensionamento. Dato conto di un contesto di riferimento in cui i dati empirici e la letteratura mostrano complessivamente l’esistenza di forti divergenze tra bisogni espressi e risorse disponibili e di elevati rischi di povertà diffusa, cui lo Stato non è di fatto più in grado di far fronte, si argomenta poi come sia stato individuato un nuovo paradigma, definito “secondo welfare” poiché complementare e temporalmente successivo al regime obbligatorio, in cui i programmi di protezione e di investimento sociale sono attuati al di fuori del finanziamento pubblico e da attori diversi - imprese, organizzazioni sindacali e datoriali, fondazioni, mutue, enti filantropici e Terzo settore. Nel secondo capitolo, poi, partendo dall’evidenza che attori sociali diversi da quelli pubblici possono attivarsi in logica di sussidiarietà e, con successo, migliorare la situazione monetaria e gestionale di bisogni comuni e crescenti, si analizza uno specifico strumento di intervento, il welfare aziendale, appannaggio delle imprese e idoneo ad ottenere vantaggi produttivi, fiscali e organizzativi per il datore di lavoro e a supportare l’azione di protezione sociale statale. In merito se ne presenta una definizione, i contenuti, gli attori e le novità legislative introdotte dalle Leggi di Stabilità 2016, 2017 e 2018. Vista la forte presenza in Italia di PMI e i limiti monetari e organizzativi che caratterizzano strutture produttive di questo tipo, di fatto, il ricorso al welfare aziendale risulta in Italia ostacolato, tuttavia una soluzione perché siano esplicati i punti di forza e le potenzialità dello strumento si trova nell’utilizzo del contratto di rete, che viene illustrato nel terzo capitolo, dove sono anche illustrati i requisiti in termini di capitale sociale necessari alla stipulazione di un contratto di rete, le strutture e i modelli operativi cui le aziende possono ricorrere e quali implicazioni si configurino nei rapporti di lavoro. La distribuzione geografica e i livelli di efficacia raggiunti in determinate aree del Paese portano ad ipotizzare che l’ambiente di riferimento sia facilitante verso un maggiore e più proficuo ricorso al contratto di rete e, nel quarto capitolo, si analizza il territorio - la Provincia lombarda di Varese - in cui è stato avviato il primo progetto di rete di impresa per il welfare aziendale - GIUNCA - per isolarne le caratteristiche ed individuare, in ottica causale, una prima serie di fattori di sostegno alla realizzazione di rilevanti livelli di produttività e integrazione dei redditi da lavoro dipendente. Il campo di osservazione viene esteso a livello di Regione, di macro area e di provincia e risulta che in Lombardia, la presenza di contratti di rete rispetto al resto d’Italia è consistente. Illustrate alcune evidenze dal contesto di riferimento, nel quinto capitolo, si analizza il progetto GIUNCA, per ritrarvi quegli elementi che possono aver attivato una sperimentale utilizzazione del contratto di rete per il welfare aziendale. Dallo studio dei partecipanti, degli obiettivi, delle azioni intraprese e dei risultati raggiunti e dalle interviste ottenute dai protagonisti e da esperti nel settore, si riesce a isolare come superiori livelli di innovazione e orientamento alla CSR presenti nel tessuto imprenditoriale di riferimento abbiano portato le imprese retiste di GIUNCA a strutturare diversi elementi esterni, sia avversi che agevolanti, in un esperimento innovativo e efficace. Difatti la crisi economica e gli accresciuti bisogni di reddito e di sostegno nella vita familiare, da un lato, e l’introduzione normativa del contratto di rete, da un altro lato, sono stati colti come opportunità dalle imprese coinvolte nel progetto, che hanno così dato avvio alla prima rete per il welfare in Italia e realizzato livelli di copertura elevati, come chiarito nel quinto capitolo. Un’analisi degli sviluppi successivi dell’azione di GIUNCA, consente, nel sesto capitolo, di individuare una differenziazione conglomerale verso ambiti più sociali e meno centrati sull’azienda. Nel tempo infatti la rete, originariamente orientata verso i propri dipendenti si è interessata alle situazioni di famiglie con figli minori e a categorie svantaggiate escluse dal mondo del lavoro - donne e giovani -, contribuendo come copartecipante, assieme ad un insieme via via più numero ed eterogeneo di attori sociali locali, alla realizzazione di progetti finanziati da Pubbliche Amministrazioni o Enti filantropici, avviando ed intensificando relazioni con esperti di ambiti territoriali sovra-locali. L’esperienza di GIUNCA conferma trasformazioni in atto e l’ibridazione positiva dei programmi di integrazione sociale anche in aree relativamente estese come la Provincia di Varese e focalizza l’attenzione su questa area come territorio reattivo e campo di ricerca idoneo ad individuare sperimentazioni che potrebbero, compreso l’impatto realizzato dai programmi di welfare, costituire best practices replicabili.
2018
Reti di imprese, secondo welfare
PMI e welfare. Il contratto di rete tra imprese in Provincia di Varese: il caso GIUNCA, da welfare aziendale a welfare territoriale / Maglia, Eleonora. - (2018).
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