L’ecotossicologia è una scienza recente nata come filiazione dalla tossicologia dalla quale ha derivato principi, concetti e metodi, coniugati però con l’ecologia. L’ecotossicologia è dunque la scienza dei veleni per l’ambiente e il suo scopo finale risulta essere la protezione degli ecosistemi. La conservazione dell’ambiente ha un’importanza sia per quanto riguarda la salvaguardia dell’integrità degli ecosistemi per il loro valore intrinseco, sia per quanto riguarda i servizi che essi rendono all’uomo. Tra le risorse utili, l’acqua è indubbiamente è una delle più importanti, particolarmente vulnerabile, essenziale per la vita e lo sviluppo di tutti gli esseri viventi. La tutela e il suo uso razionale è un obiettivo molto impegnativo che non può essere raggiunto con un approccio settoriale e di emergenza, ma richiede una politica preventiva che parta dalla cognizione della situazione al tempo presente ed incida poi sulle cause del degrado con una correttagestione ambientale. Da questo punto di vista, a livello normativo un’importante novità è senza dubbio rappresentata della Direttiva Quadro sulle Acque (WFD 2000/60/EC), che impone ai Paesi membri la tutela e il recupero degli ecosistemi acquatici fissando obiettivi di qualità non più basati esclusivamente su indicatori chimici e fisici ma, soprattutto di tipo biologico ed ecosistemico. L’approccio ecotossicologico risulta essere un valido strumento per la valutazione della qualità degli ecosistemi acquatici (sia comparto acqua che comparto sedimenti) sia attraverso il suo approccio classico con l’utilizzo dei test di ecotossicità in laboratorio su organismi target con lo scopo di identificare l’effetto che le sostanze pure possono avere sull’ambiente. Sia attraverso un approccio più oolistico che prevede l’utilizzo dei test di ecotossicità come strumenti di monitoraggio per identificare eventuali effetti negativi derivanti dalla presenza di miscele in ambiente (strumenti di monitoraggio effect-based). Quest’ultimo approccio risulta essere perfettamente in linea con quanto previsto dalle WFD portando i test di ecotossicità ad ricoprire un ruolo fondamentale all’interno di quelli che sono i classici metodi di monitoraggio basati esclusivamente sulla ricerca analitica delle singole sostanze in grado di provocare effetti avversi sull’ambiente (strumenti di monitoraggio stressors-based).
Ecotoxicological assessment of freshwater ecosystems / Ponti, Benedetta. - (2014).
Ecotoxicological assessment of freshwater ecosystems.
Ponti, Benedetta
2014-01-01
Abstract
L’ecotossicologia è una scienza recente nata come filiazione dalla tossicologia dalla quale ha derivato principi, concetti e metodi, coniugati però con l’ecologia. L’ecotossicologia è dunque la scienza dei veleni per l’ambiente e il suo scopo finale risulta essere la protezione degli ecosistemi. La conservazione dell’ambiente ha un’importanza sia per quanto riguarda la salvaguardia dell’integrità degli ecosistemi per il loro valore intrinseco, sia per quanto riguarda i servizi che essi rendono all’uomo. Tra le risorse utili, l’acqua è indubbiamente è una delle più importanti, particolarmente vulnerabile, essenziale per la vita e lo sviluppo di tutti gli esseri viventi. La tutela e il suo uso razionale è un obiettivo molto impegnativo che non può essere raggiunto con un approccio settoriale e di emergenza, ma richiede una politica preventiva che parta dalla cognizione della situazione al tempo presente ed incida poi sulle cause del degrado con una correttagestione ambientale. Da questo punto di vista, a livello normativo un’importante novità è senza dubbio rappresentata della Direttiva Quadro sulle Acque (WFD 2000/60/EC), che impone ai Paesi membri la tutela e il recupero degli ecosistemi acquatici fissando obiettivi di qualità non più basati esclusivamente su indicatori chimici e fisici ma, soprattutto di tipo biologico ed ecosistemico. L’approccio ecotossicologico risulta essere un valido strumento per la valutazione della qualità degli ecosistemi acquatici (sia comparto acqua che comparto sedimenti) sia attraverso il suo approccio classico con l’utilizzo dei test di ecotossicità in laboratorio su organismi target con lo scopo di identificare l’effetto che le sostanze pure possono avere sull’ambiente. Sia attraverso un approccio più oolistico che prevede l’utilizzo dei test di ecotossicità come strumenti di monitoraggio per identificare eventuali effetti negativi derivanti dalla presenza di miscele in ambiente (strumenti di monitoraggio effect-based). Quest’ultimo approccio risulta essere perfettamente in linea con quanto previsto dalle WFD portando i test di ecotossicità ad ricoprire un ruolo fondamentale all’interno di quelli che sono i classici metodi di monitoraggio basati esclusivamente sulla ricerca analitica delle singole sostanze in grado di provocare effetti avversi sull’ambiente (strumenti di monitoraggio stressors-based).File | Dimensione | Formato | |
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