La battaglia che oppone il gruppo del "Caffè" al Baretti della "Frusta letteraria" metteva radici anche nell'ostilità che Pietro Verri aveva incontrato a Milano all'inizio della sua carriera di economista e di pensatore; amici e finanziatori di Baretti si erano serviti della sua penna. Il "Conciliatore", mezzo secolo più tardi, quando le sue opere vengono rilanciate dalla florida editoria milanese, torna sull'opera di Baretti e media rispetto alle punte più aspre della contesa: il legame del "Conciliatore" con il "Caffè" consentiva comunque a una rivisitazione più meditata, trovando il suo artefice in Pietro Borsieri, che sulla rivista dei romantici milanesi recensirà, di Baretti, il libro sui costumi degli Italiani, tappa fondamentale della nuova visione dell'Italia che l'Ottocento stava inaugurando, tra Stendhal, Madame de Stael e Sismondi.
Baretti dal "Caffè" al "Conciliatore"
Gianmarco Gaspari
2021-01-01
Abstract
La battaglia che oppone il gruppo del "Caffè" al Baretti della "Frusta letteraria" metteva radici anche nell'ostilità che Pietro Verri aveva incontrato a Milano all'inizio della sua carriera di economista e di pensatore; amici e finanziatori di Baretti si erano serviti della sua penna. Il "Conciliatore", mezzo secolo più tardi, quando le sue opere vengono rilanciate dalla florida editoria milanese, torna sull'opera di Baretti e media rispetto alle punte più aspre della contesa: il legame del "Conciliatore" con il "Caffè" consentiva comunque a una rivisitazione più meditata, trovando il suo artefice in Pietro Borsieri, che sulla rivista dei romantici milanesi recensirà, di Baretti, il libro sui costumi degli Italiani, tappa fondamentale della nuova visione dell'Italia che l'Ottocento stava inaugurando, tra Stendhal, Madame de Stael e Sismondi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.