L’apertura all’Europa delle nuove conoscenze e l’impegno nella divulgazione degli «studi utili» fanno sì che temi legati alla medicina ricorrano ampiamente nella rivista dei Lumi milanesi. I tratti distintivi di questa attenzione muovono dalla considerazione del ruolo centrale della medicina nella vita sociale, presentata come premessa ineludibile del ‘benessere’ dell’individuo e della popolazione, scopo di ogni buona amministrazione. Decisivo appare lo schieramento del Caffè per la medicina ‘nuova’, quella che più tiene conto del progresso degli studi e che valorizza il costante aggiornamento dei suoi officianti, con la conseguente necessità di considerare la medicina scienza piuttosto che esperienza. Elementi che, insieme con la collocazione della medicina in questo complesso sistema (per sua natura sottoposto a costante verifica), rendono possibile che la formula agile dell’intrattenimento erudito si apra in più di un caso a esiti concreti, come accade per l’articolo di Pietro Verri Sull’innesto del vaiuolo, che schiera risolutamente il Caffè a favore della pratica, ancora sospetta, dell’inoculazione. Se è ancora Pietro a offrire un quadro nomenclatorio di ampio respiro (con l’articolo La medicina), resta fuori discussione il coinvolgimento di gran parte dei collaboratori nel trattare questi temi con una scrittura narrativa di conio assolutamente innovativo: sul modello della pubblicistica inglese, certo, ma con un’incisività che guarda anche alla nascente sensiblerie, specie nella direzione delle «malattie dell’immaginazione» e di quelle di cui «più o meno ogni uomo soffre senza esattamente distinguerne la cagione».

La medicina nel "Caffè"

Gianmarco Gaspari
2021-01-01

Abstract

L’apertura all’Europa delle nuove conoscenze e l’impegno nella divulgazione degli «studi utili» fanno sì che temi legati alla medicina ricorrano ampiamente nella rivista dei Lumi milanesi. I tratti distintivi di questa attenzione muovono dalla considerazione del ruolo centrale della medicina nella vita sociale, presentata come premessa ineludibile del ‘benessere’ dell’individuo e della popolazione, scopo di ogni buona amministrazione. Decisivo appare lo schieramento del Caffè per la medicina ‘nuova’, quella che più tiene conto del progresso degli studi e che valorizza il costante aggiornamento dei suoi officianti, con la conseguente necessità di considerare la medicina scienza piuttosto che esperienza. Elementi che, insieme con la collocazione della medicina in questo complesso sistema (per sua natura sottoposto a costante verifica), rendono possibile che la formula agile dell’intrattenimento erudito si apra in più di un caso a esiti concreti, come accade per l’articolo di Pietro Verri Sull’innesto del vaiuolo, che schiera risolutamente il Caffè a favore della pratica, ancora sospetta, dell’inoculazione. Se è ancora Pietro a offrire un quadro nomenclatorio di ampio respiro (con l’articolo La medicina), resta fuori discussione il coinvolgimento di gran parte dei collaboratori nel trattare questi temi con una scrittura narrativa di conio assolutamente innovativo: sul modello della pubblicistica inglese, certo, ma con un’incisività che guarda anche alla nascente sensiblerie, specie nella direzione delle «malattie dell’immaginazione» e di quelle di cui «più o meno ogni uomo soffre senza esattamente distinguerne la cagione».
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