Il presente articolo vuole offrire una riflessione sulla complessa tematica del giudicato implicito. Quest’ultimo, in particolare, verrà analizzato alla luce dei recenti interventi giurisprudenziali che avvalorano sempre di più il principio della ragionevole durata del processo che – a detta dei giudici di legittimità – rappresenta l’asse portante di una rilettura costituzionalmente orientata delle norme del codice di procedura civile. Si tratta, quest’ultimo, di un approccio interpretativo che rischia di porsi in contrasto con il tenore letterale delle nor- me del codice di rito – le quali, talvolta, vengono interpretate in modo tanto restrittivo da poterle considerare sostanzialmente abrogate – e i principi fonda- mentali del nostro sistema processuale considerato nel suo complesso. La categoria dogmatica del giudicato implicito, in particolare, si fonda sull’assunto dell’ordine logico-giuridico delle questioni e trova un limite nel principio della ragione più liquida. Peraltro, la dottrina maggioritaria ritiene che il giudicato implicito si ponga in contrasto con i valori essenziali del processo, quali il diritto al contraddittorio, il principio dispositivo sostanziale e il diritto di difesa. L’articolo rappresenta l’esito di un percorso di ricerca e di studio delle fonti che si propone di mettere in evidenza i contrasti tra i recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità e i pensieri della più autorevole dottrina. Come si vedrà, ci sono alcune sentenze epocali – la sentenza n. 24883 del 2008, le sentenze gemelle n. 26242 e 26243 del 2014 delle Sezioni unite – che hanno fornito una chiave di lettura molto espansiva della categoria del giudica- to implicito che, tuttavia, a detta della dottrina si pone in contrasto con i valori fondanti del giusto processo. Si valuterà, dunque, la legittimità dell’intera categoria dogmatica del giu- dicato implicito alla luce dei principi costituzionali e dell’impianto normativo vigente. Nello scenario tracciato vuole inserirsi il presente contributo che, realizzato con sincero interesse e grande dedizione, ha l’umile aspirazione di porsi come contributo alla tematica annunciata che tocca il fulcro del diritto processuale civile e che influenza la decisione che fornisce o nega la tutela richiesta.
Riflessioni a margine del giudicato implicito
Francesca Ferrari
;Davide Mustari
2021-01-01
Abstract
Il presente articolo vuole offrire una riflessione sulla complessa tematica del giudicato implicito. Quest’ultimo, in particolare, verrà analizzato alla luce dei recenti interventi giurisprudenziali che avvalorano sempre di più il principio della ragionevole durata del processo che – a detta dei giudici di legittimità – rappresenta l’asse portante di una rilettura costituzionalmente orientata delle norme del codice di procedura civile. Si tratta, quest’ultimo, di un approccio interpretativo che rischia di porsi in contrasto con il tenore letterale delle nor- me del codice di rito – le quali, talvolta, vengono interpretate in modo tanto restrittivo da poterle considerare sostanzialmente abrogate – e i principi fonda- mentali del nostro sistema processuale considerato nel suo complesso. La categoria dogmatica del giudicato implicito, in particolare, si fonda sull’assunto dell’ordine logico-giuridico delle questioni e trova un limite nel principio della ragione più liquida. Peraltro, la dottrina maggioritaria ritiene che il giudicato implicito si ponga in contrasto con i valori essenziali del processo, quali il diritto al contraddittorio, il principio dispositivo sostanziale e il diritto di difesa. L’articolo rappresenta l’esito di un percorso di ricerca e di studio delle fonti che si propone di mettere in evidenza i contrasti tra i recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità e i pensieri della più autorevole dottrina. Come si vedrà, ci sono alcune sentenze epocali – la sentenza n. 24883 del 2008, le sentenze gemelle n. 26242 e 26243 del 2014 delle Sezioni unite – che hanno fornito una chiave di lettura molto espansiva della categoria del giudica- to implicito che, tuttavia, a detta della dottrina si pone in contrasto con i valori fondanti del giusto processo. Si valuterà, dunque, la legittimità dell’intera categoria dogmatica del giu- dicato implicito alla luce dei principi costituzionali e dell’impianto normativo vigente. Nello scenario tracciato vuole inserirsi il presente contributo che, realizzato con sincero interesse e grande dedizione, ha l’umile aspirazione di porsi come contributo alla tematica annunciata che tocca il fulcro del diritto processuale civile e che influenza la decisione che fornisce o nega la tutela richiesta.File | Dimensione | Formato | |
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