La prospettiva di rendere un bene non aggredibile dai creditori pur mantenendone la fruizione materiale rappresenta evidente interesse del debitore. Nel mondo romano, l’inalienabilità delle res religiosae, in quanto res extra commercium, è talvolta apparsa lo strumento giuridico utile per perseguire tale risultato. Orazio nelle Satire attesta il ricorrere della destinazione ad uso sepolcrale di vastissime aree per sostenerne la totale natura religiosa (quindi extra commercium), al precipuo scopo di sottrarle soprattutto alle esecuzioni promosse da creditori e fisco. Ciò indurrà l’ordinamento ad individuare correttivi, affermando un criterio di funzionalità, alla luce del quale la res religiosa non era individuata nella sua consistenza materiale secondo la mera volontà del fondatore, ma piuttosto attraverso canoni di effettiva utilità e di non eccessività, affidati a valutazioni discrezionali circa il vantaggio ai fini dei riti sepolcrali e circa il profilo quantitativo. Criteri che, constatando nella condotta l’assenza di un effettivo contenuto sostanziale proprio del diritto riconosciuto dall’ordinamento e l’esclusivo esito contrario ai valori per i quali il diritto stesso è posto, caratterizzano l’attuale nozione di ‘abuso del diritto’, pur non potendosi ravvisare l’esistenza di un compiuto regime dell’abuso del diritto nell’esperienza del diritto romano classico. Peraltro, in una prospettiva contraria, proprio il sepolcro, attraverso il suo pregnante contenuto memoriale, poteva essere posto ad indicare la ferma volontà di adempiere.
Sepolture in prediis e abuso del diritto in frode ai creditori
sergio lazzarini
2021-01-01
Abstract
La prospettiva di rendere un bene non aggredibile dai creditori pur mantenendone la fruizione materiale rappresenta evidente interesse del debitore. Nel mondo romano, l’inalienabilità delle res religiosae, in quanto res extra commercium, è talvolta apparsa lo strumento giuridico utile per perseguire tale risultato. Orazio nelle Satire attesta il ricorrere della destinazione ad uso sepolcrale di vastissime aree per sostenerne la totale natura religiosa (quindi extra commercium), al precipuo scopo di sottrarle soprattutto alle esecuzioni promosse da creditori e fisco. Ciò indurrà l’ordinamento ad individuare correttivi, affermando un criterio di funzionalità, alla luce del quale la res religiosa non era individuata nella sua consistenza materiale secondo la mera volontà del fondatore, ma piuttosto attraverso canoni di effettiva utilità e di non eccessività, affidati a valutazioni discrezionali circa il vantaggio ai fini dei riti sepolcrali e circa il profilo quantitativo. Criteri che, constatando nella condotta l’assenza di un effettivo contenuto sostanziale proprio del diritto riconosciuto dall’ordinamento e l’esclusivo esito contrario ai valori per i quali il diritto stesso è posto, caratterizzano l’attuale nozione di ‘abuso del diritto’, pur non potendosi ravvisare l’esistenza di un compiuto regime dell’abuso del diritto nell’esperienza del diritto romano classico. Peraltro, in una prospettiva contraria, proprio il sepolcro, attraverso il suo pregnante contenuto memoriale, poteva essere posto ad indicare la ferma volontà di adempiere.File | Dimensione | Formato | |
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