Gli ambienti di comunicazione online, tra generalisti (come Facebook, Twitter etc.) e specializzati (blog et similia) hanno indubbiamente al-terato le relazioni tra le persone e tra le persone e il territorio e la pervasività dei social network online ha generato increspature in tutto il mon-do virtuale sollevando molteplici questioni tra cui quelle relative all’inedita produzione di informazioni, dati, immaginari. Questi, come è dimostrato da un numero crescente di studiosi delle più varie discipline, hanno un potere sempre più vasto in quel dispositivo inaggirabile che chiamiamo con Soshana Zuboff «capitalismo della sorveglianza».La sistematica cessione di dati personali, la produzione di notizie iper-re-ali, la gemmazione di informazioni non verificate, il potere del passaparola elettronico hanno conseguenze di vasta portata in termini di scelte e ci porta-no ad avviare un terreno di riflessione sui modi in cui si sviluppano le nuove geografie della comunicazione, su come si comunica nei luoghi virtuali, sulle implicazioni nello spazio reale e virtuale di queste nuove comunicazioni.«Dire di ciò che è che non è, o di ciò che non è che è, è falso; dire di ciò che è che è, o di ciò che non è che non è, è vero» scrive Aristotele nella sua Metafisica e ci consegna un concetto di verità, non l’unico!, su cui si potreb-be concordare pacificamente. Tuttavia, pur ammesso che su questo concetto si possa andare d’accordo, la questione non è tanto relativa alla verità, ma alla sua sovversione: falsità, ignoranza volontaria, menzogna, interpretazione. Come scrive Lee Mcintyre1 «non c’è argomento di conversazione più caldo della post-verità» e la post-verità dei/sui social, (l’attuale dibattito sul vaccino contro il Covid-19 lo conferma), è la chiave interpretativa attorno a cui si co-struiscono i dibattiti sociali più caldi. Tra le tante dicotomie post-vere, alcune sono strettamente correlate alle geografie della comunicazione e sono: quella tra publicity reale e digitale, tra spazio pubblico e privato, normalizzazione e deregolamentazione. Ognuna viene trattata secondo lo sguardo, rispettiva-mente, geografico, semiotico e filosofico dei tre Autori.

Introduzione. Dialogo interdisciplinare sulle nuove geografie della comunicazione, tra normalizzazione e deregolamentazione

Valentina Albanese
2021-01-01

Abstract

Gli ambienti di comunicazione online, tra generalisti (come Facebook, Twitter etc.) e specializzati (blog et similia) hanno indubbiamente al-terato le relazioni tra le persone e tra le persone e il territorio e la pervasività dei social network online ha generato increspature in tutto il mon-do virtuale sollevando molteplici questioni tra cui quelle relative all’inedita produzione di informazioni, dati, immaginari. Questi, come è dimostrato da un numero crescente di studiosi delle più varie discipline, hanno un potere sempre più vasto in quel dispositivo inaggirabile che chiamiamo con Soshana Zuboff «capitalismo della sorveglianza».La sistematica cessione di dati personali, la produzione di notizie iper-re-ali, la gemmazione di informazioni non verificate, il potere del passaparola elettronico hanno conseguenze di vasta portata in termini di scelte e ci porta-no ad avviare un terreno di riflessione sui modi in cui si sviluppano le nuove geografie della comunicazione, su come si comunica nei luoghi virtuali, sulle implicazioni nello spazio reale e virtuale di queste nuove comunicazioni.«Dire di ciò che è che non è, o di ciò che non è che è, è falso; dire di ciò che è che è, o di ciò che non è che non è, è vero» scrive Aristotele nella sua Metafisica e ci consegna un concetto di verità, non l’unico!, su cui si potreb-be concordare pacificamente. Tuttavia, pur ammesso che su questo concetto si possa andare d’accordo, la questione non è tanto relativa alla verità, ma alla sua sovversione: falsità, ignoranza volontaria, menzogna, interpretazione. Come scrive Lee Mcintyre1 «non c’è argomento di conversazione più caldo della post-verità» e la post-verità dei/sui social, (l’attuale dibattito sul vaccino contro il Covid-19 lo conferma), è la chiave interpretativa attorno a cui si co-struiscono i dibattiti sociali più caldi. Tra le tante dicotomie post-vere, alcune sono strettamente correlate alle geografie della comunicazione e sono: quella tra publicity reale e digitale, tra spazio pubblico e privato, normalizzazione e deregolamentazione. Ognuna viene trattata secondo lo sguardo, rispettiva-mente, geografico, semiotico e filosofico dei tre Autori.
2021
2021
Albanese, VALENTINA ERMINIA
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
17635-Articolo-36205-1-10-20211222.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Creative commons
Dimensione 54.49 kB
Formato Adobe PDF
54.49 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/2136208
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact