Alle forme di autoconfigurazione delle prime stagioni selfmediali si impongono ora pratiche di automisurabilità, che precipitano la dimensione “auto”, cioè relativa all’implicito autoriale della ritrattistica, a quella ben più radicale di un sostanziale automatismo della tracciabilità delle nostre esperienze. Il questa direzione, il centro studi Self Media Lab (Università di Pavia) sta lavorando sul tema dell'automatismo in relazione all'uso che i soggetti fanno dei media nei processi di autoconfigurazione, soprattutto nell'attuale quadro di radicale data mediation. La prospettiva è quella di rileggere il dibattito sulla machine vision; ponendo una domanda tanto semplice quanto ineludibile, che però rischia di essere lasciata ai margini: cosa succede all'umano nello sguardo “non umano”? L'Umano non può essere eliminato definitivamente, con tutto ciò che questa affermazione può comportare. Per raccontare queste pratiche di resistenza si partirà da un progetto che fa la differenza, Dear Data di Giorgia Lupi e Stefanie Posavec.
Dear Data. Pratiche di resistenza artistica alla tracciabilità del Sé
Deborah Toschi;
2021-01-01
Abstract
Alle forme di autoconfigurazione delle prime stagioni selfmediali si impongono ora pratiche di automisurabilità, che precipitano la dimensione “auto”, cioè relativa all’implicito autoriale della ritrattistica, a quella ben più radicale di un sostanziale automatismo della tracciabilità delle nostre esperienze. Il questa direzione, il centro studi Self Media Lab (Università di Pavia) sta lavorando sul tema dell'automatismo in relazione all'uso che i soggetti fanno dei media nei processi di autoconfigurazione, soprattutto nell'attuale quadro di radicale data mediation. La prospettiva è quella di rileggere il dibattito sulla machine vision; ponendo una domanda tanto semplice quanto ineludibile, che però rischia di essere lasciata ai margini: cosa succede all'umano nello sguardo “non umano”? L'Umano non può essere eliminato definitivamente, con tutto ciò che questa affermazione può comportare. Per raccontare queste pratiche di resistenza si partirà da un progetto che fa la differenza, Dear Data di Giorgia Lupi e Stefanie Posavec.File | Dimensione | Formato | |
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