Con la sentenza n. 192 del 2023, la Corte costituzionale introduce la possibilità di procedere in assenza dell’imputato, anche quando questi non sia a conoscenza del processo a suo carico, purché l’accusa sia relativa a fatti di tortura e la mancata conoscenza del processo sia addebitabile allo Stato straniero in cui egli si trova. L’articolo analizza i contraccolpi sistematici di tale decisione, mettendo in evidenza l’eccezionalità del caso e i conseguenti, possibili rischi per i diritti della difesa e per lo stesso Stato italiano che decida di procedere in assenza.
La Corte costituzionale sul caso Regeni: a certe condizioni gli imputati "assenti inconsapevoli" possono essere processati
Marcolini
2023-01-01
Abstract
Con la sentenza n. 192 del 2023, la Corte costituzionale introduce la possibilità di procedere in assenza dell’imputato, anche quando questi non sia a conoscenza del processo a suo carico, purché l’accusa sia relativa a fatti di tortura e la mancata conoscenza del processo sia addebitabile allo Stato straniero in cui egli si trova. L’articolo analizza i contraccolpi sistematici di tale decisione, mettendo in evidenza l’eccezionalità del caso e i conseguenti, possibili rischi per i diritti della difesa e per lo stesso Stato italiano che decida di procedere in assenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.