Oggetti, funzioni e tecniche dell’urbanistica contemporanea

The essay reflects on the (both material and immaterial) scope of the urban planning, as well as on its purposes and its tools in the contemporary age of complexity. First, the Author proceeds to a historical reconstruction of the various seasons urban planning went through since the entry into force of the law n. 1150 of 1942, until the latest regional legislation, in which three recurrent elements of innovation are identified. The first is the recognition of the plurality and differentiation of the “territorial objects”, which can be traced back to the commons represented by the soil, the landscape, and the urban fabric. Consequently, in the second place, there is the redefinition of the purpose of urban planning, that cannot be limited to the guarantee of order in urban development through rigid zoning mechanisms, instead it must perform a heterogeneous set of functions, not least the one of custody of the territorial common goods. Finally, the paper analyses the most innovative procedural tools consolidated in the various regional experiences, which mark the shift of the focus of planning from the decision-making moment to the preparatory phase, with particular attention to the participation of the communities in the formation of the plan.

Il contributo offre una riflessione sull’ambito materiale e immateriale di riferimento dell’urbanistica, nonché sulle sue finalità e i suoi strumenti in un’epoca, quella contemporanea, caratterizzata da plurimi profili di complessità. Anzitutto, l’A. procede a una ricostruzione storica delle varie stagioni attraversate dalla materia a partire dall’entrata in vigore della legge n. 1150 del 1942 sino alla legislazione regionale di ultima generazione, in cui individua tre elementi ricorrenti di portata innovativa. Il primo consiste nel riconoscimento della pluralità e della differenziazione degli “oggetti territoriali”, riconducibili ai beni comuni rappresentati dal suolo, dal paesaggio e dal tessuto urbano. Conseguentemente, in secondo luogo, vi è la ridefinizione delle finalità dell’urbanistica che non può limitarsi alla garanzia di ordine nello sviluppo urbano tramite rigidi meccanismi di zoning, bensì è chiamata a svolgere una serie eterogenea di funzioni, non ultima quella custodiale rispetto ai beni comuni territoriali. Infine, viene affrontato il tema degli strumenti procedurali più innovativi consolidatisi nelle varie esperienze regionali, che segnano lo spostamento del fulcro della pianificazione dal momento decisorio a quello preparatorio, con particolare attenzione alla partecipazione delle comunità alla formazione del piano.