Le malattie respiratorie sono fra le prime cause di mortalità e morbilità. In particolar modo la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), tra le malattie respiratorie, si impone oggi, e lo farà ancor di più nel futuro, alla nostra attenzione per la sua rilevanza clinico-epidemiologica e socio-assistenziale fino a costituire una delle aree prioritarie in pubblica sanità. La BPCO è una sindrome clinica eterogenea e complessa caratterizzata da limitazione al flusso espiratorio, nonostante presenti una storia naturale variabile, è una malattia irreversibile ed evolutiva. Sono molteplici gli approcci terapeutici, farmacologici e non, nel trattamento di tale patologia, aventi come obiettivi principali quello di prevenire e controllare i sintomi, ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni, con conseguente riduzione di ricoveri ospedalieri, migliorare la qualità di vita e la tolleranza allo sforzo. Un ruolo fondamentale è rivestito dalla terapia farmacologica che tuttavia si è rivelata incapace di arrestare e/o modificare la progressiva riduzione del quadro funzionale respiratorio, elemento caratteristico della malattia. Tra le modalità di trattamento non farmacologico emerge, raccomandata da forti evidenze scientifiche che ne documentano l’efficacia, specie in rapporto alla riduzione del numero di riacutizzazioni e quindi di ospedalizzazioni, la Riabilitazione Respiratoria (RR). Approcci globali di trattamento della patologia respiratoria comprendenti Programmi Riabilitativi, si sono sviluppati in questi ultimi anni assumendo un ruolo primario nella gestione dei pazienti, soprattutto se anziani, con problemi respiratori, tanto da avere una influenza preminente nella storia naturale delle malattie respiratorie. I Programmi di Riabilitazione Respiratoria (PRR) sono rivolti alla gestione di tutta la storia naturale della malattia,dalla insorgenza dei primi sintomi fino alla gestione della invalidità conseguente alla Insufficienza Respiratoria (IR) in fase terminale. Dunque, se fino a pochi anni fa i PRR potevano essere considerati una parte (forse secondaria) della pneumologia, oggi la RR è idealmente una strategia di trattamento globale indirizzata a tutte le componenti della malattia polmonare cronica e progressiva. Definita come “un insieme multidimensionale di servizi diretti a persone con malattie polmonari e alle loro famiglie, disolito da parte di un team interdisciplinare di specialisti con lo scopo di raggiungere e mantenere il massimo livello di indipendenza di attività nella comunità”, la RR pur non arrestando il progressivo peggioramento fisiopatologico si è dimostrata capace di incidere sulla storia naturale della malattia. Infatti, vi è evidenza scientifica che i PRR in pazienti con malattie croniche respiratorie hanno effetti clinici positivi, migliorano la dispnea e il controllo della malattia.
Prospects of rehabilitation in respiratory diseases
SPANEVELLO, ANTONIO
2007-01-01
Abstract
Le malattie respiratorie sono fra le prime cause di mortalità e morbilità. In particolar modo la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), tra le malattie respiratorie, si impone oggi, e lo farà ancor di più nel futuro, alla nostra attenzione per la sua rilevanza clinico-epidemiologica e socio-assistenziale fino a costituire una delle aree prioritarie in pubblica sanità. La BPCO è una sindrome clinica eterogenea e complessa caratterizzata da limitazione al flusso espiratorio, nonostante presenti una storia naturale variabile, è una malattia irreversibile ed evolutiva. Sono molteplici gli approcci terapeutici, farmacologici e non, nel trattamento di tale patologia, aventi come obiettivi principali quello di prevenire e controllare i sintomi, ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni, con conseguente riduzione di ricoveri ospedalieri, migliorare la qualità di vita e la tolleranza allo sforzo. Un ruolo fondamentale è rivestito dalla terapia farmacologica che tuttavia si è rivelata incapace di arrestare e/o modificare la progressiva riduzione del quadro funzionale respiratorio, elemento caratteristico della malattia. Tra le modalità di trattamento non farmacologico emerge, raccomandata da forti evidenze scientifiche che ne documentano l’efficacia, specie in rapporto alla riduzione del numero di riacutizzazioni e quindi di ospedalizzazioni, la Riabilitazione Respiratoria (RR). Approcci globali di trattamento della patologia respiratoria comprendenti Programmi Riabilitativi, si sono sviluppati in questi ultimi anni assumendo un ruolo primario nella gestione dei pazienti, soprattutto se anziani, con problemi respiratori, tanto da avere una influenza preminente nella storia naturale delle malattie respiratorie. I Programmi di Riabilitazione Respiratoria (PRR) sono rivolti alla gestione di tutta la storia naturale della malattia,dalla insorgenza dei primi sintomi fino alla gestione della invalidità conseguente alla Insufficienza Respiratoria (IR) in fase terminale. Dunque, se fino a pochi anni fa i PRR potevano essere considerati una parte (forse secondaria) della pneumologia, oggi la RR è idealmente una strategia di trattamento globale indirizzata a tutte le componenti della malattia polmonare cronica e progressiva. Definita come “un insieme multidimensionale di servizi diretti a persone con malattie polmonari e alle loro famiglie, disolito da parte di un team interdisciplinare di specialisti con lo scopo di raggiungere e mantenere il massimo livello di indipendenza di attività nella comunità”, la RR pur non arrestando il progressivo peggioramento fisiopatologico si è dimostrata capace di incidere sulla storia naturale della malattia. Infatti, vi è evidenza scientifica che i PRR in pazienti con malattie croniche respiratorie hanno effetti clinici positivi, migliorano la dispnea e il controllo della malattia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.