Negli ultimi decenni il campo della ricerca e della pratica in psicoterapia si è sviluppato lungo quattro principali direzioni: 1. lo studio dell’esito dei trattamenti (outcome research); 2. lo studio dell’efficacia della psicoterapia in studi controllati di laboratorio (efficacy research) e nel contesto clinico (effectiveness research); 3. lo studio del processo di cambiamento (process research); 4. l’integrazione tra la ricerca sull’esito dei trattamenti e quella sul processo (process outcome research). La spinta esercitata dai movimenti EST ed EBM ha finito per interessare anche la Psico-oncologia (Ellwood et al., 2001), nel tentativo di valutare i risultati emersi dalle numerose ricerche condotte in questo campo. Numerose tecniche sono state messe a punto, o adattate allo specifico contesto (interventi di tipo informativo o educazionale, counselling, psicoterapie individuali a diverso orientamento, interventi di gruppo, ecc.) e molto più numerosi sono stati gli outcome valutati, raggruppabili in tre categorie (Newell et al., 2002). Di fronte ad una così vasta quantità di informazioni scientifiche, sono state realizzate molte review di valutazione dell’efficacia degli interventi le cui sintesi avrebbero dovuto colmare la distanza tra l’insieme dei dati di letteratura e il loro utilizzo nella pratica clinica. In realtà, le conclusioni espresse sono tutt’altro che univoche. A seguito di tali evidenze non sono mancate critiche sui criteri impiegati per la valutazione dei diversi studi, ritenuti troppo restrittivi e comunque poco rispondenti alle caratteristiche degli interventi psicologici (Bredart et al., 2002). La questione è ancora più rilevante se si tiene conto del fatto che, in assenza di evidenze scientifiche chiare, tutto il capitolo della valutazione della qualità dell’assistenza perde di significato e persino lo strumento delle “linee guida” diventa poco valido nell’offrire risposte esaustive (per gli operatori e per gli amministratori) sia sull’efficacia delle singole terapie che sul tipo di paziente a cui offrirle (Costantini M., 2002). I recentissimi risultati di un trial clinico randomizzato e controllato condotto da Kissane e coll. (2007) - con un impeccabile disegno sperimentale-statistico che dovrebbe porlo al riparo dalle critiche dei più rigorosi metodologi – danno un decisivo contributo a sostegno dell’efficacia della psicoterapia di gruppo supportivo-espressiva, già da tempo indicata dai clinici (Spiegel e Classen) ma fino ad oggi, forse, mai dimostrata in modo soddisfacente. I risultati di un solo studio clinico ben condotto certamente non sono sufficienti a proclamare l’efficacia dei trattamenti psicologici in oncologia; molto resta ancora da fare sul piano della ricerca prima di avere a disposizione “linee guida” in grado di suggerire non solo se un trattamento è efficace, ma anche quando esso è indicato, per quale tipologia di pazienti, per quale tipo di cancro e in quale fase di malattia, senza perdere di vista i collegamenti con la pratica clinica reale.

La valutazione dell'efficacia degli interventi di psicoterapia

BELLANI, MARCO LUIGI
2008-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni il campo della ricerca e della pratica in psicoterapia si è sviluppato lungo quattro principali direzioni: 1. lo studio dell’esito dei trattamenti (outcome research); 2. lo studio dell’efficacia della psicoterapia in studi controllati di laboratorio (efficacy research) e nel contesto clinico (effectiveness research); 3. lo studio del processo di cambiamento (process research); 4. l’integrazione tra la ricerca sull’esito dei trattamenti e quella sul processo (process outcome research). La spinta esercitata dai movimenti EST ed EBM ha finito per interessare anche la Psico-oncologia (Ellwood et al., 2001), nel tentativo di valutare i risultati emersi dalle numerose ricerche condotte in questo campo. Numerose tecniche sono state messe a punto, o adattate allo specifico contesto (interventi di tipo informativo o educazionale, counselling, psicoterapie individuali a diverso orientamento, interventi di gruppo, ecc.) e molto più numerosi sono stati gli outcome valutati, raggruppabili in tre categorie (Newell et al., 2002). Di fronte ad una così vasta quantità di informazioni scientifiche, sono state realizzate molte review di valutazione dell’efficacia degli interventi le cui sintesi avrebbero dovuto colmare la distanza tra l’insieme dei dati di letteratura e il loro utilizzo nella pratica clinica. In realtà, le conclusioni espresse sono tutt’altro che univoche. A seguito di tali evidenze non sono mancate critiche sui criteri impiegati per la valutazione dei diversi studi, ritenuti troppo restrittivi e comunque poco rispondenti alle caratteristiche degli interventi psicologici (Bredart et al., 2002). La questione è ancora più rilevante se si tiene conto del fatto che, in assenza di evidenze scientifiche chiare, tutto il capitolo della valutazione della qualità dell’assistenza perde di significato e persino lo strumento delle “linee guida” diventa poco valido nell’offrire risposte esaustive (per gli operatori e per gli amministratori) sia sull’efficacia delle singole terapie che sul tipo di paziente a cui offrirle (Costantini M., 2002). I recentissimi risultati di un trial clinico randomizzato e controllato condotto da Kissane e coll. (2007) - con un impeccabile disegno sperimentale-statistico che dovrebbe porlo al riparo dalle critiche dei più rigorosi metodologi – danno un decisivo contributo a sostegno dell’efficacia della psicoterapia di gruppo supportivo-espressiva, già da tempo indicata dai clinici (Spiegel e Classen) ma fino ad oggi, forse, mai dimostrata in modo soddisfacente. I risultati di un solo studio clinico ben condotto certamente non sono sufficienti a proclamare l’efficacia dei trattamenti psicologici in oncologia; molto resta ancora da fare sul piano della ricerca prima di avere a disposizione “linee guida” in grado di suggerire non solo se un trattamento è efficace, ma anche quando esso è indicato, per quale tipologia di pazienti, per quale tipo di cancro e in quale fase di malattia, senza perdere di vista i collegamenti con la pratica clinica reale.
2008
Bellani, MARCO LUIGI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11383/1712989
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