Introduzione: L’incidenza delle fratture periprotesiche d’anca è in aumento per l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero di impianti protesici. L’adeguatezza del trattamento e della gestione sono fondamentali per migliorare i risultati. L’obiettivo di questo studio è di valutare gli out-comes, la sopravvivenza e l’accuratezza della classificazione di Vancouver. Materiali e Metodi: Sono stati rivalutati 58 pazienti trattati tra il 2010 e il 2016. Le fratture sono state suddivise secondo la classificazione di Vancouver. Il tempo d’attesa, il tasso di sopravvivenza, le complicanze e score funzionali sono stati registrati. L’analisi statistica dei dati è stata eseguita mediante software dedicato con livello di significatività per p < 0,05. Risultati: La sopravvivenza è stata del 78,8% e del 66,7% ad uno e due anni. Un’attesa all’intervento maggiore di due giorni è associate ad un aumento del rischio di decesso. In dieci pazienti si è verificata una complicanza. I pazienti con osteosintesi hanno avuto risultati funzionali peggiori. La regressione lineare ha evidenziato un peggioramento dei risultati all’aumentare dell’età e delle classi di Vancouver. Discussione: La classificazione di Vancouver è la più utilizzata nel processo decisionale terapeutico, ove la stabilità dell’impianto è discriminante. In alcune fratture B2, l’osteosintesi è tuttavia possibile ove per caratteristiche dello stelo si possa ottenere una nuova stabilità primaria. La revisione dello stelo negli anziani garantisce risultati funzionali migliori con limitato allettamento a discapito di un maggior rischio di complicanze. Le fratture periprotesiche possono esser equiparate alle fratture di femore prossimale, in cui un aumento dei giorni d’attesa è gravato da una riduzione della sopravvivenza. Pertanto fondamentale al fine di migliorare l’out-come sarà la corretta gestione perioperatoria. Conclusioni: L’appropriatezza del trattamento e la corretta gestione perioperatoria dei pazienti con fratture periprotesiche è fondamentale al fine di migliorare l’out-come clinico e ridurre il rischio di complicanze. Nei pazienti anziani il tasso di sopravvivenza è correlato ai giorni d’attesa all’intervento.
La gestione delle fratture perisprotesiche d'anca nell'anziano: outcomes, tasso di sopravvivenza ed efficacia della classificazione di Vancouver.
Davide Tanas
;MARIN, ROBERTO;Stefania Fozzato;Michele Francesco Surace
2018-01-01
Abstract
Introduzione: L’incidenza delle fratture periprotesiche d’anca è in aumento per l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero di impianti protesici. L’adeguatezza del trattamento e della gestione sono fondamentali per migliorare i risultati. L’obiettivo di questo studio è di valutare gli out-comes, la sopravvivenza e l’accuratezza della classificazione di Vancouver. Materiali e Metodi: Sono stati rivalutati 58 pazienti trattati tra il 2010 e il 2016. Le fratture sono state suddivise secondo la classificazione di Vancouver. Il tempo d’attesa, il tasso di sopravvivenza, le complicanze e score funzionali sono stati registrati. L’analisi statistica dei dati è stata eseguita mediante software dedicato con livello di significatività per p < 0,05. Risultati: La sopravvivenza è stata del 78,8% e del 66,7% ad uno e due anni. Un’attesa all’intervento maggiore di due giorni è associate ad un aumento del rischio di decesso. In dieci pazienti si è verificata una complicanza. I pazienti con osteosintesi hanno avuto risultati funzionali peggiori. La regressione lineare ha evidenziato un peggioramento dei risultati all’aumentare dell’età e delle classi di Vancouver. Discussione: La classificazione di Vancouver è la più utilizzata nel processo decisionale terapeutico, ove la stabilità dell’impianto è discriminante. In alcune fratture B2, l’osteosintesi è tuttavia possibile ove per caratteristiche dello stelo si possa ottenere una nuova stabilità primaria. La revisione dello stelo negli anziani garantisce risultati funzionali migliori con limitato allettamento a discapito di un maggior rischio di complicanze. Le fratture periprotesiche possono esser equiparate alle fratture di femore prossimale, in cui un aumento dei giorni d’attesa è gravato da una riduzione della sopravvivenza. Pertanto fondamentale al fine di migliorare l’out-come sarà la corretta gestione perioperatoria. Conclusioni: L’appropriatezza del trattamento e la corretta gestione perioperatoria dei pazienti con fratture periprotesiche è fondamentale al fine di migliorare l’out-come clinico e ridurre il rischio di complicanze. Nei pazienti anziani il tasso di sopravvivenza è correlato ai giorni d’attesa all’intervento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.