L’insegnamento delle lingue per scopi speciali (Languages for specific purposes – LSP) si configura come un obiettivo significativo per molti corsi di lingua, soprattutto per la vita professionale degli studenti (Nitti, 2017). Gli approcci di insegnamento delle LSP sono confortati da una costellazione di studi di natura accademica, rivolti alle lingue (Ciliberti, 1981; Gálová, 2007). Partendo da queste premesse è parso opportuno indagare la presenza delle LSP (Serragiotto, 2014) nella programmazione degli insegnamenti di italiano L1, L2 e LS, attraverso la redazione di un questionario, proposto a un campione rappresentativo del personale docente di diversi ordini e gradi. L’obiettivo della ricerca, infatti, è l’individuazione di eventuali difformità di insegnamento delle LSP da parte di docenti di italiano che si occupano di utenze diverse e di cicli differenti di istruzione. L’analisi dei dati ha permesso di descrivere le strategie glottodidattiche maggiormente impiegate per l’insegnamento delle LSP, delineando una panoramica delle microlingue maggiormente rappresentate nei contesti scolastici del primo e del secondo ciclo. In didattica dell’italiano L1 le LSP sono spesso date per acquisite a partire dalla scuola secondaria (Nitti, 2016), mentre per l’insegnamento dell’italiano come L2 e LS, secondo l’interpretazione dei dati, è determinante il superamento del livello soglia, nonostante la Scuola italiana spesso richieda le LSP anche in fasi meno avanzate dell’interlingua, come emerge dall’analisi dei questionari e dei sillabi.
Le LSP nella didattica della lingua italiana. Un'indagine sulla dimensione operativa
Nitti P;
2020-01-01
Abstract
L’insegnamento delle lingue per scopi speciali (Languages for specific purposes – LSP) si configura come un obiettivo significativo per molti corsi di lingua, soprattutto per la vita professionale degli studenti (Nitti, 2017). Gli approcci di insegnamento delle LSP sono confortati da una costellazione di studi di natura accademica, rivolti alle lingue (Ciliberti, 1981; Gálová, 2007). Partendo da queste premesse è parso opportuno indagare la presenza delle LSP (Serragiotto, 2014) nella programmazione degli insegnamenti di italiano L1, L2 e LS, attraverso la redazione di un questionario, proposto a un campione rappresentativo del personale docente di diversi ordini e gradi. L’obiettivo della ricerca, infatti, è l’individuazione di eventuali difformità di insegnamento delle LSP da parte di docenti di italiano che si occupano di utenze diverse e di cicli differenti di istruzione. L’analisi dei dati ha permesso di descrivere le strategie glottodidattiche maggiormente impiegate per l’insegnamento delle LSP, delineando una panoramica delle microlingue maggiormente rappresentate nei contesti scolastici del primo e del secondo ciclo. In didattica dell’italiano L1 le LSP sono spesso date per acquisite a partire dalla scuola secondaria (Nitti, 2016), mentre per l’insegnamento dell’italiano come L2 e LS, secondo l’interpretazione dei dati, è determinante il superamento del livello soglia, nonostante la Scuola italiana spesso richieda le LSP anche in fasi meno avanzate dell’interlingua, come emerge dall’analisi dei questionari e dei sillabi.File | Dimensione | Formato | |
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